Sul sovraffollamento delle carceri è stato fatto "qualche sforzo in più, ma non basta". Don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani che operano nelle carceri, riconosce che qualche cosa dopo il monito di Strasburgo è stato fatto in materia di sovraffollamento carcerario, ma molto resta "ancora da fare".

Tuttavia, a modo di vedere di don Balducchi, l'Italia non ha fatto completamente i compiti a casa. "Bisognerà, prima di tutto, vedere se Strasburgo giudicherà sufficienti le migliorie fatte nel frattempo, ma quando penso alle carceri delle grandi città è evidente che la situazione non è ancora risolta". E la soluzione, avverte l'ispettore dei cappellani delle carceri, non sta nella costruzione di nuove celle: "Basterebbe non usarle come luogo dove scaricare il disagio della società".
Ecco allora l'appello: "Mi auguro che i politici vadano avanti, facendo però in modo che il carcere sia l'estrema ratio". Don Balducchi ha in mente in particolare i tossicodipendenti, gli stranieri, chi ha malattie mentali. "Il nostro Paese - prosegue - sta cercando di migliorare l'emergenza e ha messo in moto dei cambiamenti. Bisogna però non fermarsi e andare avanti su questa strada. Un po' tutti continuano a chiedere trattamenti più umani per i detenuti e allora si continui in tal senso, senza far cadere nel vuoto i tanti appelli".
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