Sul sovraffollamento delle carceri è stato fatto "qualche sforzo in più, ma non basta". Don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani che operano nelle carceri, riconosce che qualche cosa dopo il monito di Strasburgo è stato fatto in materia di sovraffollamento carcerario, ma molto resta "ancora da fare".
In particolare, oggi è il giorno della scadenza dopo che la Corte europea, con la sentenza Torreggiani (uno dei sette detenuti che hanno fatto causa per trattamento inumano vedendosi riconoscere un risarcimento di 100 mila euro), ha intimato all'Italia di intervenire dimostrando di aver cambiato rotta e di aver individuato uno strumento per risarcire i carcerati che hanno vissuto in spazi del tutto insufficienti e inadeguati. "Sicuramente - afferma all'Adnkronos l'ispettore dei cappellani - un po' di sforzi sono stati fatti, sia in relazione alla normativa, sia in relazione al sovraffollamento".
Tuttavia, a modo di vedere di don Balducchi, l'Italia non ha fatto completamente i compiti a casa. "Bisognerà, prima di tutto, vedere se Strasburgo giudicherà sufficienti le migliorie fatte nel frattempo, ma quando penso alle carceri delle grandi città è evidente che la situazione non è ancora risolta". E la soluzione, avverte l'ispettore dei cappellani delle carceri, non sta nella costruzione di nuove celle: "Basterebbe non usarle come luogo dove scaricare il disagio della società".
Ecco allora l'appello: "Mi auguro che i politici vadano avanti, facendo però in modo che il carcere sia l'estrema ratio". Don Balducchi ha in mente in particolare i tossicodipendenti, gli stranieri, chi ha malattie mentali. "Il nostro Paese - prosegue - sta cercando di migliorare l'emergenza e ha messo in moto dei cambiamenti. Bisogna però non fermarsi e andare avanti su questa strada. Un po' tutti continuano a chiedere trattamenti più umani per i detenuti e allora si continui in tal senso, senza far cadere nel vuoto i tanti appelli".
Tuttavia, a modo di vedere di don Balducchi, l'Italia non ha fatto completamente i compiti a casa. "Bisognerà, prima di tutto, vedere se Strasburgo giudicherà sufficienti le migliorie fatte nel frattempo, ma quando penso alle carceri delle grandi città è evidente che la situazione non è ancora risolta". E la soluzione, avverte l'ispettore dei cappellani delle carceri, non sta nella costruzione di nuove celle: "Basterebbe non usarle come luogo dove scaricare il disagio della società".
Ecco allora l'appello: "Mi auguro che i politici vadano avanti, facendo però in modo che il carcere sia l'estrema ratio". Don Balducchi ha in mente in particolare i tossicodipendenti, gli stranieri, chi ha malattie mentali. "Il nostro Paese - prosegue - sta cercando di migliorare l'emergenza e ha messo in moto dei cambiamenti. Bisogna però non fermarsi e andare avanti su questa strada. Un po' tutti continuano a chiedere trattamenti più umani per i detenuti e allora si continui in tal senso, senza far cadere nel vuoto i tanti appelli".
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