La Corte europea dei diritti umani ha ricevuto 6.829 ricorsi contro il sovraffollamento carcerario in Italia al 21 maggio. Questi ricorsi denunciano situazioni uguali o simili a quelle per cui l'Italia è stata condannata dalla Corte nella sentenza Torreggiani.
I giudici di Strasburgo hanno stabilito che il governo ha tempo fino al 27 maggio per introdurre misure per rimediare alle violazioni subite dai carcerati a causa del sovraffollamento.
SERVONO MISURE EFFICACI. Dei 6.829 ricorsi ricevuti, la Corte ne sta attualmente esaminando 1.340 per vedere se rispettano tutti i criteri di ammissibilità necessari.
La stessa Corte afferma di averne già dichiarati inammissibili 631 e che altri sono stati radiati dal ruolo o distrutti perché i ricorrenti non hanno rispettato i tempi e i modi imposti per la presentazione delle domande.
Sono invece 19 i ricorsi contro il sovraffollamento delle carceri già a uno stadio più avanzato della procedura, ovvero ritenuti ammissibili, su cui la Corte emetterebbe una sentenza qualora l'Italia non dovesse riuscire a dimostrare entro il 27 maggio di aver introdotto nell'ordinamento nazionale misure efficaci per impedire che un carcerato resti in una cella dove ha meno di tre metri quadrati a disposizione e per procedere ai dovuti risarcimenti.
ESAME IL 3 GIUGNO. La questione è attesa sul tavolo del comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, che ha il compito di esaminare l'esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo, il 3 giugno. Se per questa data l'Italia non dimostrerà di aver introdotto le misure necessarie richieste, sarà oggetto di ulteriori richiami e ammonimenti da parte di Strasburgo. Ma soprattutto poterebbe subire una nuova raffica di condanne onerose poiché comprensive di risarcimenti.
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