Un uomo pakistano accusato di blasfemia è stato ucciso in un commissariato del Punjab, provincia orientale del Pakistan. Il 65enne Khalil Ahmed, appartenente alla comunità Ahmadiyya, era stato arrestato il 12 maggio scorso, dopo che un negoziante lo aveva accusato di aver offeso l'Islam.
Un funzionario di polizia ha riferito all'agenzia Xinhua, a condizione di anonimato, che ieri un uomo in uniforme da poliziotto si è presentato al commissariato, ha chiesto del detenuto e lo ha ucciso a colpi di pistola.
L'uomo è stato arrestato, ma non si sa ancora se fosse un poliziotto e per quali motivi abbia agito. La legge pakistana sulla blasfemia è in vigore dagli anni Ottanta ed è molto criticata perché dà una definizione molto ampia del reato e prevede pene pesantissime, tra le quali la pena capitale.
L'uomo è stato arrestato, ma non si sa ancora se fosse un poliziotto e per quali motivi abbia agito. La legge pakistana sulla blasfemia è in vigore dagli anni Ottanta ed è molto criticata perché dà una definizione molto ampia del reato e prevede pene pesantissime, tra le quali la pena capitale.
Tutti i governi che si sono succeduti a Islamabad non sono riusciti a cambiarla, per le forti resistenze degli ambienti più conservatori. Nel 2011, il governatore del Punjab e l'ex ministro cristiano Shahbaz Bhatti sono stati uccisi per aver criticato la legge. La setta Ahmadiyya è considerata eretica in Pakistan, in quanto non riconosce Maometto come il profeta definitivo.
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