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martedì 13 maggio 2014

Pakistan - Verso l'India migliaia di migranti indù, privi di aiuto

MISNA
“Ogni anno circa 5000 indù migrano in India per sfuggire agli attacchi di tipo religioso” ha detto Ramesh Kumar Vankwani, membro del Pakistan Muslim League-Nawaz (Pml-n), di fronte all’Assemblea nazionale.


Secondo Ramesh, queste persone si spostano in India in gruppi di 100 o più, sostenendo che hanno diritto di asilo e di cittadinanza indiana perché le loro famiglie non sono al sicuro in Pakistan; questi migranti affermano che i musulmani rapiscono le loro donne, non possono celebrare le loro feste religiose e a scuola i loro figli sono obbligati a studiare l’Islam.

Secondo la Commissione dei diritti umani del Pakistan, l’anno scorso, il paese ha visto un aumento del 22% della violenza religiosa contro le minoranze, con 687 persone uccise in oltre 200 attacchi. Negli ultimi due mesi, nella sola provincia del Sindh, ha detto Ramesh, sono stati registrati almeno sei episodi di dissacrazione di luoghi e di libri religiosi appartenenti alla minoranza indù.

All’inizio di quest’anno, in seguito a un rapimento di una donna indù costretta a sposare un seguace di un leader religioso musulmano locale, il governo del Sindh ha istituito una commissione di tre membri per formulare una legge che fermi i matrimoni forzati di ragazze indù. Ramesh ha chiesto al governo, ieri, di istituire una commissione parlamentare per discutere le questioni relative alle minoranze. In seguito, il ministro di Stato per gli affari parlamentari Sheikh Aftab Ahmed ha detto che il governo garantirà la protezione delle minoranze a tutti i costi come è stabilito nella Costituzione del Pakistan.

Ancora oggi in India, i migranti pakistani indù non ricevono alcuna assistenza dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) come quelli provenienti dal Tibet, dall’Afghanistan e dal Myanmar. La loro richiesta di essere riconosciuti come rifugiati politici non ha ancora trovato risposta. A loro, per ora, è solo concessa l’estensione del visto che permette di restare nel paese ma senza il diritto di avere un lavoro legale con cui sostenere le proprie famiglie.

[PL]

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