Non sarà eseguita la condanna a morte di Meriam Yehya Ibrahim, la donna sudanese condannata a morte con l’accusa di apostasia. Almeno è quello che sostiene un funzionario del ministero degli esteri sudanese, che ha dichiarato alla Bbc che sarà liberata tra pochi giorni.
Il sottosegretario, Abdullahi Alzareg, ha precisato che il Sudan intende garantire la libertà religiosa e si è impegnato a proteggere la donna, che intanto in carcere ha avuto una bambina. Il governo di Khartoum aveva ricevuto critiche da tutto il mondo per la condanna della donna, arrestata mentre era incinta perché si era sposata con un cristiano del Sud Sudan.
Meriam, che ha 27 anni, è stata cresciuta dalla madre come cristiana ortodossa, ma secondo un tribunale dev’essere considerata musulmana come il padre. Per questo presunto rinnegamento della fede islamica, l’11 maggio era stata condannata all’impiccagione, dopo aver rifiutato di rinunciare al cristianesimo.
di Stefania Mascetti
Meriam, che ha 27 anni, è stata cresciuta dalla madre come cristiana ortodossa, ma secondo un tribunale dev’essere considerata musulmana come il padre. Per questo presunto rinnegamento della fede islamica, l’11 maggio era stata condannata all’impiccagione, dopo aver rifiutato di rinunciare al cristianesimo.
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