Assenza totale di qualsiasi forma di legge e ordine e un “clima di terrore”: questa la situazione in cui versa oggi l’Ucraina Orientale secondo le Nazioni Unite.
Pubblicando ieri il terzo rapporto sulla situazione dei diritti umani nel paese est-europeo, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Navi Pillay, ha chiamato tutti i gruppi armati che operano a Donetsk e Luhansk a “smettere di condurre se stessi e le persone che vivono nelle loro regioni, nel vicolo cieco in cui stanno trascinando il paese. Una strada che sta portando semplicemente miseria, distruzione, e privazione economica “.
Secondo il nuovo rapporto, che descrive la ripartizione delle zone da parte dei vari gruppi armati attivi nell’area, nell’est dell’Ucraina vengono evidenziati con “crescente documentazione” pratiche di rapimenti, detenzioni, torture e omicidi, così come una serie di “tendenze preoccupanti” emergenti in Crimea.
Nel periodo in esame dalle 38 pagine del rapporto – dal 7 maggio al 7 giugno – emerge che la situazione dei diritti umani nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk ha continuato a deteriorarsi, e la presenza di persone armate e di armi è aumentata in entrambe le regioni.
“L’escalation in attività criminali e le conseguent violazioni dei diritti umani non sono più limitate ai bersagli avuti finora (giornalisti , rappresentanti eletti, i politici locali, funzionari e attivisti della società civile) – afferma il rapporto – Rapimenti, arresti, atti di maltrattamenti e torture e uccisioni da parte di gruppi armati stanno ora interessando la popolazione più ampia delle due regioni orientali, che ora sono segnati da un clima di intimidazione e la conseguente paura”.
Anche il volume e l’intensità dei combattimenti sono cresciuti, si legge nel rapporto, che sottolinea come “I residenti delle zone colpite dai combattimenti sono sempre più presi nel fuoco incrociato”.
Una preoccupazione particolare viene espressa dall’Ufficio diritti umani delle Nazioni Unite “per il crescente numero di segnalazioni di sparizioni forzate a seguito delle operazioni di sicurezza.”
Una situazione che va aggravandosi di giorno in giorno e che ieri il governo russo non ha esitato a definire al limite del genocidio.
“Quello che sta accadendo in Ucraina è, secondo la mia opinione, una guerra civile che si sta rapidamente trasformando in un genocidio” ha detto Sergei Ivanov, capo di Gabinetto del Cremlino.
In un invito accorato, l’Alto Commissario dei diritti umani ONU, Navy Pillai, ha detto: “È giunto il momento di mettere giù le armi e parlare. Soluzioni di pace e di riconciliazione, e lungo termine sono certamente raggiungibili”.
Secondo il nuovo rapporto, che descrive la ripartizione delle zone da parte dei vari gruppi armati attivi nell’area, nell’est dell’Ucraina vengono evidenziati con “crescente documentazione” pratiche di rapimenti, detenzioni, torture e omicidi, così come una serie di “tendenze preoccupanti” emergenti in Crimea.
Nel periodo in esame dalle 38 pagine del rapporto – dal 7 maggio al 7 giugno – emerge che la situazione dei diritti umani nelle regioni orientali di Donetsk e Luhansk ha continuato a deteriorarsi, e la presenza di persone armate e di armi è aumentata in entrambe le regioni.
“L’escalation in attività criminali e le conseguent violazioni dei diritti umani non sono più limitate ai bersagli avuti finora (giornalisti , rappresentanti eletti, i politici locali, funzionari e attivisti della società civile) – afferma il rapporto – Rapimenti, arresti, atti di maltrattamenti e torture e uccisioni da parte di gruppi armati stanno ora interessando la popolazione più ampia delle due regioni orientali, che ora sono segnati da un clima di intimidazione e la conseguente paura”.
Anche il volume e l’intensità dei combattimenti sono cresciuti, si legge nel rapporto, che sottolinea come “I residenti delle zone colpite dai combattimenti sono sempre più presi nel fuoco incrociato”.
Una preoccupazione particolare viene espressa dall’Ufficio diritti umani delle Nazioni Unite “per il crescente numero di segnalazioni di sparizioni forzate a seguito delle operazioni di sicurezza.”
Una situazione che va aggravandosi di giorno in giorno e che ieri il governo russo non ha esitato a definire al limite del genocidio.
“Quello che sta accadendo in Ucraina è, secondo la mia opinione, una guerra civile che si sta rapidamente trasformando in un genocidio” ha detto Sergei Ivanov, capo di Gabinetto del Cremlino.
In un invito accorato, l’Alto Commissario dei diritti umani ONU, Navy Pillai, ha detto: “È giunto il momento di mettere giù le armi e parlare. Soluzioni di pace e di riconciliazione, e lungo termine sono certamente raggiungibili”.
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