Non bastava avere occupato e distrutto chiese e moschee sciite, non bastava aver costretto migliaia di persone alla fuga, non bastava averne ucciso altre perchè appartenenti alle minoranza etniche o religiose o anche perchè si opponevano al califfato islamico.
Oggi l'ISIL si è macchiata di un altro delitto radendo al suolo uno dei simboli di Mosul, la moschea di Nabi Yunis.
Dopo aver costretto chi era in moschea a lasciarla l'edificio è stato fatto saltare in aria ed il minareto che dominava la città in un attimo è scomparso in una nuvola di fumo.
La grandiosa moschea, in origine un'edificio di culto cristiano, era posta sulla sommità della collina di Al Tauba (Pentimento) nella parte orientale di Mosul, ed era dedicata al profeta Giona (Yunis) che si diceva vi fosse sepolto tanto da essere luogo di pellegrinaggio sia per i musulmani che per i cristiani, ma per i membri dell'ISIL "era diventato luogo di apostasia e non di preghiera".
Non bastasse ciò durante la notte ha anche cominciato a circolare la notizia sui social network che ai cittadini di Mosul che vivono nei pressi della moschea di Nabi Jirjis, risalente al XII secolo e dedicata a San Giorgio, sia stato ordine di evacuare la zona per "non subire danni".
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