In risposta alle preoccupazioni per la crescente lunghezza del tempo che i bambini vengono detenuti in stato di detenzione e la linea dura adottata dal governo Abbott, la Commissione australiana per i diritti umani (Ahrc) ha avviato un’inchiesta sulle condizioni subite dai bambini richiedenti asilo. I primi risultati resi noti la scorsa settimana non sono dei migliori. Fino ad oggi si calcola che oltre 900 bambini sono presenti nei due centri di detenzione di Christmas Island e di Manus Island.
Bambini internati nei campi dei
rifugiati gestiti dall’Australia
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Alcune delle testimonianze hanno messo in evidenza alti tassi di disagio e disturbo mentale, tra cui 128 casi di bambini detenuti che hanno commesso atti di autolesionismo negli ultimi 15 mesi. C’è anche un elevato livello di malattia fisica tra i bambini richiedenti asilo che vivono nei centri di detenzione.
Elizabeth Elliott, professoressa presso la Scuola di Medicina presso l’università di Sydney ha recentemente visitato l’impianto Christmas Island come parte dell’indagine. A Vive news, essa ha detto che fu inorridita dalle condizioni di vita. “Vivono in condizioni molto precarie, in piccole stanze di metallo con una sola finestra e una porta singola con davvero poco spazio per i bambini per imparare a camminare e per giocare. Infezioni respiratorie e gastrointestinali acute sono molto presenti, probabilmente aggravate dalla vicinanza”, ha detto Elliot.
Mentre era sulla Christmas Island, la professoressa Elliot ha anche intervistato alcuni dei bambini detenuti. “I ragazzi più grandi hanno potuto verbalizzare che si sentono depressi e senza speranza. C’erano dei ragazzi che hanno espresso grave preoccupazione le reali possibilità di essere trasferiti all’isola di Manus, mentre altri hanno mostrato segni di regressione fisiologica”, ha siegato la professoressa.
Gillian Triggs, presidente dell’ Ahrc, ha detto che il Dipartimento ha scelto di creare un ambiente così poco invitante così che i richiedenti asilo non prendano neanche in considerazione di restare in Australia. Questa politica ha prevalso sugli obblighi legali e morali. Lei dice che alcune persone del governo “capiscono che l’interesse del minore è una priorità, ma quando si trovano di fronte alla politica del governo la scelta va a favore della politica deterrente del ministro. ’ Deterrente’, sembra essere la carta vincente”, ha detto Triggis aggiungendo che : ” Naturalmente, se si tiene presente il diritto internazionale, non si possono utilizzare i rifugiati, in particolare i bambini, come uno strumento per scoraggiare altri su una ipotetica o astratta idea che avrà un qualche tipo di impatto sulle persone coinvolte nel traffico di persone”.
Mentre la professoressa si trovava in visita sull’isola, almeno 10 donne si trovavano sotto vigilanza continua perché avevano cercato di farsi male. Esse erano tutte donne con bambini piccoli e il motivo per cui si erano lese era perché avevano chiesto condizioni migliori per i loro bambini. Hanno detto che non era più possibile restare in queste condizioni. “ Penso, ha concluso Elliot, che sia un’indicazione di forza dei sentimenti della madre : i centri di detenzioni non sono luoghi per avere un bambino piccolo”.
[PL]
Elizabeth Elliott, professoressa presso la Scuola di Medicina presso l’università di Sydney ha recentemente visitato l’impianto Christmas Island come parte dell’indagine. A Vive news, essa ha detto che fu inorridita dalle condizioni di vita. “Vivono in condizioni molto precarie, in piccole stanze di metallo con una sola finestra e una porta singola con davvero poco spazio per i bambini per imparare a camminare e per giocare. Infezioni respiratorie e gastrointestinali acute sono molto presenti, probabilmente aggravate dalla vicinanza”, ha detto Elliot.
Mentre era sulla Christmas Island, la professoressa Elliot ha anche intervistato alcuni dei bambini detenuti. “I ragazzi più grandi hanno potuto verbalizzare che si sentono depressi e senza speranza. C’erano dei ragazzi che hanno espresso grave preoccupazione le reali possibilità di essere trasferiti all’isola di Manus, mentre altri hanno mostrato segni di regressione fisiologica”, ha siegato la professoressa.
Gillian Triggs, presidente dell’ Ahrc, ha detto che il Dipartimento ha scelto di creare un ambiente così poco invitante così che i richiedenti asilo non prendano neanche in considerazione di restare in Australia. Questa politica ha prevalso sugli obblighi legali e morali. Lei dice che alcune persone del governo “capiscono che l’interesse del minore è una priorità, ma quando si trovano di fronte alla politica del governo la scelta va a favore della politica deterrente del ministro. ’ Deterrente’, sembra essere la carta vincente”, ha detto Triggis aggiungendo che : ” Naturalmente, se si tiene presente il diritto internazionale, non si possono utilizzare i rifugiati, in particolare i bambini, come uno strumento per scoraggiare altri su una ipotetica o astratta idea che avrà un qualche tipo di impatto sulle persone coinvolte nel traffico di persone”.
Mentre la professoressa si trovava in visita sull’isola, almeno 10 donne si trovavano sotto vigilanza continua perché avevano cercato di farsi male. Esse erano tutte donne con bambini piccoli e il motivo per cui si erano lese era perché avevano chiesto condizioni migliori per i loro bambini. Hanno detto che non era più possibile restare in queste condizioni. “ Penso, ha concluso Elliot, che sia un’indicazione di forza dei sentimenti della madre : i centri di detenzioni non sono luoghi per avere un bambino piccolo”.
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