Dubai - Nel mirino delle piu' rinomate organizzazioni per la difesa dei diritti umani per la disastrosa condizione degli operai stranieri impegnati nella costruzione di infrastrutture per la coppa del mondo del 2022 e per la condanna all'ergastolo del poeta Mohammed al-Ajami, il Qatar ha annunciato la prima conferenza internazionale sulla sicurezza ed i diritti umani nel mondo arabo.
Il 4 e 5 novembre si incontreranno nel ricco emirato - che ha il piu' alto tasso di crescita economica tra i paesi del Golfo petrolifero - i ministri degli Interni del mondo arabo, oltre a istituzioni nazionali ed internazionali per i diritti umani. Obiettivo: confrontarsi sui temi della sicurezza, del rispetto dei diritti umani, degli ostacoli nella loro affermazione, e valutare le esperienze sia arabe, sia internazionali, nell'ambito del binomio sicurezza e diritti. A queste si affiancheranno rappresentanti delle corti per i diritti umani di Europa, Africa e Asia, della Corte internazionale di Giustizia e di Interpool e Ocse, oltre ad esponenti delle agenzie Onu, comprese le commissioni per il crimine e gli stupefacenti, e dell'Istituto di ricerca per la giustizia e per il crimine inter-regionale.
La due giorni di lavori, organizzata dalla commissone nazionale per i diritti umani (Nhrc) del Qatar, arriva sulla scia di anni di critiche alle politiche del Paese su come vengono trattati i numerosi lavoratori stranieri e sulla mancanza di liberta' di espressione, ulteriormente arginata da leggi e sanzioni sui "crimini" on-line.
Se la perdita di vite (almeno 2000 ad oggi, secondo vari rapporti di istituti internazionali) nella realizzazione di opere che consentiranno alla Coppa del mondo di calcio di essere giocata nel 2020 e' gia' stata paragonata alle condizione di schiavitu' nella costruzione delle piramidi dei Faraoni, Doha e' stata anche criticata per la severa sentenza nei confronti del poeta Mohammaed Al-Ajmi, condannato nel 2012 all'ergastolo per alcuni versi giudicati offensivi per l'emiro.
La due giorni di lavori, organizzata dalla commissone nazionale per i diritti umani (Nhrc) del Qatar, arriva sulla scia di anni di critiche alle politiche del Paese su come vengono trattati i numerosi lavoratori stranieri e sulla mancanza di liberta' di espressione, ulteriormente arginata da leggi e sanzioni sui "crimini" on-line.
Se la perdita di vite (almeno 2000 ad oggi, secondo vari rapporti di istituti internazionali) nella realizzazione di opere che consentiranno alla Coppa del mondo di calcio di essere giocata nel 2020 e' gia' stata paragonata alle condizione di schiavitu' nella costruzione delle piramidi dei Faraoni, Doha e' stata anche criticata per la severa sentenza nei confronti del poeta Mohammaed Al-Ajmi, condannato nel 2012 all'ergastolo per alcuni versi giudicati offensivi per l'emiro.
In seguito alla mobilitazone della comunita' internazionale, la pena e' stata ridotta nel 2013 a 15 anni di reclusione. Tutti i Paesi del Golfo, tuttavia, per diverse ragioni sono stati criticati per il loro basso record di rispetto dei diritti umani. Nessuno di quelli piu' attivi nello sviluppo economico ha potuto evitare critiche alla lacunose normative nel mercato del lavoro, che portano a stati di sfruttamento e schiavitu'. La situazione e' molto migliorata negli ultimi anni, ma ancora lontana dagli standard dei mercati del lavoro europei. Record negativo anche per la liberta' politica e di espressione, in Arabia Saudita, nell'instabile Bahrein ma anche nei liberali e moderni Emirati Arabi Uniti, dove la tolleranza per le critiche al governo o approcci politici diversi e' quasi nulla. (ANSAmed).
di Alessandra Antonelli
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