Tutto il mondo islamico condanna l’ISIS - Le dichiarazioni
Il Messaggero
Le atroci immagini della decapitazione del giornalista americano James Fooley ad opera di un terrorista dello Stato Islamico (IS o ISIS), hanno sollevato indignazione in tutto il mondo. Parole durissime sono state espresse da Obama, Hollande, Cameron, e molti altri leaders. Un’affermazione ricorrente è che i leaders musulmani non hanno ancora chiaramente e definitivamente preso le distanze dall’IS. Questa affermazione risulta essere totalmente priva di fondamento, e probabilmente condizionata dalla poca visibilità che hanno le maggiori istituzioni islamiche nei nostri media tradizionali.
Infatti in pochi sembrano essere a conoscenza delle posizioni del mondo islamico riguardo all’IS, malgrado il fatto che numerose autorità religiose musulmane, gruppi d’interesse, e Imams si siano riuniti per denunciare i crimini contro l’umanità dello Stato Islamico. Qui di seguito sono riportate le dichiarazioni delle maggiori istituzioni islamiche sparse nel mondo.
L’Organizzazione per la Cooperazione Islamica: lo Stato Islamico “non ha nulla a che fare con l’Islam,” i crimini commessi “non possono essere tollerati.” Il Segretario Generale per l’Organizzazione della cooperazione islamica, che rappresenta 1,4 miliardi di musulmani in 57 paesi in tutto il mondo, ha condannato la persecuzione da parte dello Stato islamico di cristiani e di altre minoranze religiose in Iraq, dicendo che la “deportazione forzata sotto la minaccia di morte dei cristiani” è un” crimine che non può essere tollerato “. Radio Vaticana riporta che il Segretario Generale ha anche allontanato l’Islam dalle azioni del gruppo militante noto come ISIS, dicendo che “non hanno nulla a che fare con l’Islam e i suoi principi, che richiedono la giustizia, la bontà, l’equità, la libertà di fede e di convivenza”. [Radio Vaticana]
Shawqi Allam, Gran Mufti Al-Azhar: lo Stato islamico è corrotto e rappresenta “un pericolo per l’Islam.” Il quotidiano libanese The Daily Star ha riferito che Gran Mufti Al-Azhar, Shawqi Allam, massima autorità religiosa egiziana, ha denunciato lo Stato islamico come una minaccia per l’Islam: “[Essi] offrono un’opportunità a coloro che cercano di farci del male, di distruggerci e interferire nei nostri affari con la pretesa di combattere il terrorismo.” [The Daily Star]
La Lega Araba: “denuncia con forza” i “crimini contro l’umanità” compiuti dallo Stato Islamico. L’11 agosto, Nabil al-Arabi, segretario generale della Lega Araba, ha denunciato gli atti commessi dallo Stato islamico in Iraq come “crimini contro l’umanità”, chiedendo che i colpevoli siano consegnati alla giustizia. Come riporta Al Arabiya News, Nabil al-Arabi “ha denunciato con forza i crimini, gli omicidi, l’espropriazioni effettuate dai terrorista dello Stato Islamico (IS) contro i civili e le minoranze in Iraq che hanno colpito i cristiani a Mosul e gli Yazidi.” [Al Arabiya News]
“Tali dichiarazioni non hanno alcuna legittimità,” afferma Mehmet Gormez, capo della direzione degli affari religiosi, la più alta autorità religiosa in Turchia, che, pur essendo un paese a maggioranza musulmana, è uno stato laico dal 1920. “Da quando il califfato è stato abolito … ci sono stati movimenti che pensano di poter mettere insieme il mondo musulmano ristabilendo un califfato, ma non hanno nulla a che fare con la realtà, sia dal punto di vista politico che giuridico.” Gormez ha dichiarato che le minacce di morte contro i non-musulmani da parte dell’IS, precedentemente noto come Stato islamico in Iraq e Levante (ISIL), sono estremamente dannose. “La dichiarazione fatta contro i cristiani è veramente terribile. Gli studiosi islamici hanno bisogno di concentrarsi su questo perché l’incapacità di sostenere pacificamente altre fedi e culture annuncia il collasso di una civiltà”. [Reuters]
Il Council on American-Islamic Relations (CAIR): ha condannato l’IS come “non-islamico e moralmente ripugnante” e ha sottolineato che le sue “violazioni dei diritti umani sono ben documentate”. Il CAIR ha invitato gli altri leader della comunità musulmana a parlare contro la violenza dell’IS. Il 21 agosto il CAIR ha nuovamente condannato il gruppo terroristico, dichiarando che l’uccisione del giornalista americano James Foley è un atto “raccapricciante e barbaro”:
“Condanniamo con forza questo omicidio raccapricciante e barbaro come una violazione delle credenze islamiche e delle norme internazionali universalmente accettate vincolanti alla protezione dei prigionieri e giornalisti durante i conflitti. Le Convenzioni di Ginevra, il Corano – testo rivelato dell’Islam – e le tradizioni (hadith) del Profeta Muhammad tutte richiedono che i prigionieri non siano danneggiati in alcun modo. Non ci può essere alcuna scusa o giustificazione per tali azioni criminali e sanguinarie. Chiediamo anche a coloro che detengono Steven Sotloff e altri prigionieri di rilasciarli illesi immediatamente in modo che possano tornare dai loro cari.” [Council on American-Islamic Relations, 7/7/2014; 11/8/2014; 20/8/2014]
The Muslim Council Of Great Britain (MCB): “La violenza non ha posto nella religione.” The Muslim Council Of Great Britain ha condannato le azioni dello Stato Islamico e ha dichiarato che esse non rappresentano in alcun modo i musulmani. Shuja Shafi, un membro del consiglio ha anche detto: “La violenza non ha posto nella religione, la violenza non ha religione. E ‘vietato per le persone offrirsi per la distruzione. [The Independent]
L’Islamic Society of North America: “Le azioni dello Stato islamico devono essere denunciate con la massima forza e non sono in alcun modo rappresentative di ciò che l’Islam in realtà insegna.” L’ Islamic Society of North America (ISNA) ha rilasciato una dichiarazione che denuncia lo Stato islamico “per i suoi attacchi contro l’Iraq, le minoranze religiose e la distruzione dei loro luoghi di culto”, ha detto il presidente dell’ISNA Imam Mohamed Magid, il quale ha anche aggiunto che “le azioni dell’ISIS contro le minoranze religiose in Iraq violano l’insegnamento coranico.” [The Islamic Society of North America]
100 Imams sciiti e sunniti rilasciano un video di condanna per le azioni dell’IS. Come già pubblicato dall’Huffington Post, 100 imam sunniti e sciiti provenienti dal Regno Unito si sono riuniti per produrre un video di denuncia dello Stato islamico: “ci siamo riuniti per sottolineare l’importanza dell’unità nel Regno Unito e decretare l’ISIS come illegittimo, gruppo vizioso che non rappresenta l’Islam in alcun modo.” [Huffington Post]
Il grand mufti, Abdulaziz al-Sheikh: la più alta autorità religiosa dell’Arabia Saudita, il grand mufti, Abdulaziz al-Sheikh, ha detto che il terrorismo è anti-islamico e i gruppi come lo Stato islamico che praticano la violenza sono il “nemico numero uno dell’Islam”:
“Le idee e militanti estremisti e il terrorismo che diffondono decadimento sulla Terra, distruggendo la civiltà umana, non sono in alcun modo parte dell’Islam, ma sono il nemico numero uno dell’Islam e i musulmani sono le prime vittime.”[Al Jazeera]
Il Muslim Public Affairs Council (MPAC): ha condannato l’IS e ha chiesto “resistere all’estremismo.” Il 20 agosto, il Muslim Public Affairs Council (MPAC) ha rilasciato una dichiarazione che condanna “la barbara esecuzione del giornalista americano James Foley per mano dello Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS).” Il MPAC ha esortato “tutte le persone di coscienza a prendere posizione contro l’estremismo” e ha offerto le condoglianze alla famiglia di Foley. Il MPAC anche sottolineato l’importanza di contrastare l’ISIS e tutti gli altri gruppi estremisti lavorando “per potenziare il mainstream e relegare gli estremisti alla irrilevanza che meritano.” [Muslim Public Affairs Council]
Alla luce di tutte queste dichiarazioni, è legittimo chiedersi perché la maggior parte del mondo islamico pacifico, tollerante, moderato, riceva così poca visibilità? Non sono forse loro i migliori alleati possibili contro il terrorismo?
Spetta a tutti noi, cristiani, islamici, di qualsiasi religione, razza e colore, capire. Si capire. Si è polemizzato molto su questa parola “capire”. Non di certo bisogna capire i gesti inumani di questi terroristi. Bisogna capire piuttosto come dalla guerra in Iraq e Afghanistan durata più di 10 anni, e avviata per “esportare la democrazia” e “combattere il terrorismo nel mondo” si sia giunti allo Stato Islamico. C’è da capire se la guerra sia lo strumento più adatto a sconfiggere la minaccia del terrorismo, o se essa debba essere affiancata o sostituita da altri mezzi. Una cosa è certa: sconfiggere il terrorismo non può e non deve essere un compito delegato alle sole potenze occidentali, ma deve avvenire tramite una risposta coordinata da parte di tutta la comunità internazionale.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.