Abidjan - Bloccato per diversi mesi, il rimpatrio volontario dei rifugiati ivoriani in Liberia sarebbe dovuto riprendere nel mese di luglio.
L'epidemia di Ebola nel Paese limitrofo ha invece indotto le autorità ivoriane a chiudere i confini per prevenire la diffusione del virus, sospendendo il rientro dei profughi fino a nuove disposizioni.
Secondo l'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR), a partire dall'inizio del mese di gennaio 2014, 12 mila rifugiati sono tornati in Costa d’Avorio e 38.600 sono in attesa che il governo del Paese riapra le frontiere per permettere loro di tornare a casa.
L’11 luglio circa 392 rifugiati ivoriani in Liberia, arrivati durante la crisi post-elettorale nel 2010-2011, sono stati respinti alla frontiera dalle autorità ivoriane mentre si preparavano a tornare a casa. Il Governo è stato costretto a chiudere le frontiere per motivi di sicurezza impegnandosi nell’organizzazione di misure di prevenzione e informazione sul virus. Le frontiere verranno riaperte appena la situazione sarà sotto controllo, hanno dichiarato i responsabili dell’ UNHCR. Il ministro della Sanità della Costa d'Avorio ha rivelato che circa 100 liberiani sono stati mandati a casa dopo aver cercato di entrare illegalmente nel Paese. Dal 14 settembre in Liberia sono stati segnalati 2.710 casi del virus e 1.459 decessi. La metà nelle ultime tre settimane.
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