Con un comunicato intitolato "Il Testamento", i dervisci Gonabadi detenuti in Iran, che continuano il loro sciopero della fame iniziato il 31 Agosto, chiedono alla gente amante della libertà di assicurare alla giustizia le autorità del regime iraniano responsabili delle torture ai prigionieri.
Alcuni membri di questo gruppo di nove dervisci Gonabadi in sciopero della fame, detenuti nella prigione di Evin a Tehran e in una prigione della città di Shiraz, nelle ultime settimane si sono rifiutati di prendere le medicine.
Nel loro "Testamento" hanno detto: "I nemici della religione e della legge ci stanno torturando a morte con la scusa della religione e dell'applicazione della legge. Noi non moriremo a causa di questo sciopero della fame, ma piuttosto ne verremo uccisi. È nostra volontà che tutta la gente amante della libertà del mondo, in particolare i nostri fratelli Nematollahi Gonabadi, facciano sì che i responsabili di questa tortura affrontino pienamente la giustizia".
I detenuti dervisci hanno subito gravissime pressioni da parte degli aguzzini del regime iraniano negli ultimi anni. Oltre alla tortura fisica, molte volte sono stati trasferiti in isolamento o in prigioni nelle quali sono detenuti soggetti pericolosi. I loro aguzzini gli hanno anche rasato i baffi con la forza per punirli ed umiliarli. I prigionieri in sciopero della fame Hamidreza Moradi Sarvestani, Afshin Karampour, Farshid Yadollahi, Reza Entesari, Amir Eslami, Omid Behrouzi, Mostafa Daneshjou, Mostafa Abdi e Kasra Nouri chiedono il rilascio di tutti i membri della comunità derviscia e che le autorità del regime vengano perseguite per aver violato i loro diritti per anni.
La Resistenza Iraniana chiede a tutti gli organismi internazionali e alle organizzazioni per i diritti umani di adottare misure efficaci per salvare le vite dei dervisci in sciopero della fame e per rispondere alle loro richieste.
Nel loro "Testamento" hanno detto: "I nemici della religione e della legge ci stanno torturando a morte con la scusa della religione e dell'applicazione della legge. Noi non moriremo a causa di questo sciopero della fame, ma piuttosto ne verremo uccisi. È nostra volontà che tutta la gente amante della libertà del mondo, in particolare i nostri fratelli Nematollahi Gonabadi, facciano sì che i responsabili di questa tortura affrontino pienamente la giustizia".
I detenuti dervisci hanno subito gravissime pressioni da parte degli aguzzini del regime iraniano negli ultimi anni. Oltre alla tortura fisica, molte volte sono stati trasferiti in isolamento o in prigioni nelle quali sono detenuti soggetti pericolosi. I loro aguzzini gli hanno anche rasato i baffi con la forza per punirli ed umiliarli. I prigionieri in sciopero della fame Hamidreza Moradi Sarvestani, Afshin Karampour, Farshid Yadollahi, Reza Entesari, Amir Eslami, Omid Behrouzi, Mostafa Daneshjou, Mostafa Abdi e Kasra Nouri chiedono il rilascio di tutti i membri della comunità derviscia e che le autorità del regime vengano perseguite per aver violato i loro diritti per anni.
La Resistenza Iraniana chiede a tutti gli organismi internazionali e alle organizzazioni per i diritti umani di adottare misure efficaci per salvare le vite dei dervisci in sciopero della fame e per rispondere alle loro richieste.
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