I jihadisti dello Stato islamico (Is) hanno torturato e ucciso una donna avvocato attiva nel campo dei diritti umani, Sameera Salih Ali al-Nuaimy.
Lo ha annunciato l'Alto commissario Onu per i diritti umani, Zeid Ra'ad al-Hussein, il quale ha spiegato che la donna era stata prelevata la scorsa settimana dalla sua abitazione a Mosul, nel nord dell'Iraq, dopo aver criticato sui social network le azioni di devastazione e distruzione condotte dall'Is contro santuari e antiche moschee.
Accusata dai militanti di apostasia, al-Nuaimy è stata torturata per giorni prima di essere giustiziata in piazza da un plotone di esecuzione, lunedì scorso. "Questa orrenda esecuzione pubblica di una donna coraggiosa la cui unica arma erano le parole che usava per difendere i diritti umani smaschera l'ideologia fallimentare dell'Is e dei suoi alleati", ha commentato al-Hussein.
L'uccisione dell'avvocato è stata confermata dal Centro per i diritti umani del Golfo, il quale l'ha definita come un "crimine contro l'umanità".
Accusata dai militanti di apostasia, al-Nuaimy è stata torturata per giorni prima di essere giustiziata in piazza da un plotone di esecuzione, lunedì scorso. "Questa orrenda esecuzione pubblica di una donna coraggiosa la cui unica arma erano le parole che usava per difendere i diritti umani smaschera l'ideologia fallimentare dell'Is e dei suoi alleati", ha commentato al-Hussein.
L'uccisione dell'avvocato è stata confermata dal Centro per i diritti umani del Golfo, il quale l'ha definita come un "crimine contro l'umanità".
Le Nazioni Unite hanno più volte denunciato attacchi e violenze contro le donne a Mosul, città che da giugno è sotto il controllo dell'Is. "Sono a rischio - si legge in un recente rapporto dell'Onu - soprattutto le donne istruite e le professioniste".
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