Dopo le parole di Papa Francesco sulla pena di morte e sulla carcerazione preventiva, il segretario di Giustizia della nazione, Julian Alvarez, ha riconosciuto nel corso di un'intervista televisiva che "attualmente in Argentina i detenuti in carcere sono 60mila di cui il 70% è sotto il regime di carcerazione preventiva".
"I processi sono così lunghi che si decide la carcerazione preventiva", ha spiegato il funzionario. Secondo quanto affermato da Alvarez, con le modifiche al codice di procedura penale, annunciate dalla presidente Cristina Kirchner questa settimana, "questa percentuale s'invertirà". "Oggi i processi durano da quattro a dieci anni. Con il nuovo codice un anno al massimo. Dopo l'anno, il giudice rischierà di essere sanzionato dal Consiglio dei magistrati per non avere portato avanti la causa", ha detto il funzionario.
Per quanto riguarda le critiche che il progetto dell'Esecutivo ha ricevuto dai media e dall'opposizione, Alvarez ha affermato: "Dicono che facciamo questa riforma per garantire impunità, ma la critica non resiste a un minimo analisi. Dicono anche che siamo razzisti perché si prevede l'espulsione degli stranieri coinvolti in delitti gravi, ma questo è un Paese d'immigranti e la norma non ha niente a che vedere con il razzismo".
Per quanto riguarda le critiche che il progetto dell'Esecutivo ha ricevuto dai media e dall'opposizione, Alvarez ha affermato: "Dicono che facciamo questa riforma per garantire impunità, ma la critica non resiste a un minimo analisi. Dicono anche che siamo razzisti perché si prevede l'espulsione degli stranieri coinvolti in delitti gravi, ma questo è un Paese d'immigranti e la norma non ha niente a che vedere con il razzismo".
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