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giovedì 23 ottobre 2014

Australia: "profughi deportati", deputato fa ricorso Corte Penale Internazionale dell'Aia

Ansa
Un deputato indipendente in Australia ha fatto ricorso alla Corte Penale Internazionale dell'Aia chiedendo di aprire un'inchiesta "sui crimini contro l'umanità perpetrati da membri del governo australiano contro le persone che arrivano in acque australiane per chiedere asilo".
La denuncia contro la politica restrittiva del governo conservatore di Canberra verso i richiedenti asilo che tentano di raggiungere l'Australia via mare, viene da Andrew Wilkie, deputato della Tasmania, già funzionario dei servizi segreti che si era dimesso per protesta contro le bugie sulle armi di distruzione di massa in possesso di Saddam Hussein in Iraq. L'Australia richiude i richiedenti asilo che arrivano via mare in centri di detenzione stabiliti dal Paese su isole del Pacifico: nel territorio esterno australiano di Christmas, a Manus in Papua Nuova Guinea e nel minuscolo stato-isola di Nauru.

Le misure, introdotte dal precedente governo laburista, sono state confermate e rafforzate dall'attuale governo conservatore di Tony Abbott, per frenare l'afflusso di migranti provenienti da Paesi come Sri Lanka, Iraq, Iran e Afghanistan. L'obiettivo dichiarato è di scoraggiare i trafficanti di esseri umani, dopo che centinaia di persone sono naufragate nel tentativo di raggiungere acque australiane.

"Gli effetti di questa politica sono che uomini, donne e bambini sono detenuti a forza e a tempo indefinito", ha scritto Wilkie nella lettera alla Corte. "Le condizioni che subiscono durante la detenzione sono causa di grandi sofferenze oltre che di gravi lesioni fisiche e mentali", aggiunge, accusando il governo di violare i trattati internazionali sui diritti dei profughi, i diritti dei minori e i diritti civili.

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