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mercoledì 8 ottobre 2014

Cina - Tibet, da Pechino nuove restrizioni sui monasteri buddisti

MISNA
Le autorità cinesi hanno lanciato una campagna per rafforzare le restrizioni alla vita monastica a Driru, provincia di Nagchu, ordinando la demolizione delle strutture religiose di recente costruzione e chiedendo che i monaci più giovani siano espulsi dai monasteri e rimandati presso le loro famiglia, secondo le fonti Radio Free Asia (Rfa)

La campagna ” di riordinamento e di pulizia” è stata lanciata il 20 settembre e proseguirà fino al 20 ottobre. I tibetani di Driru, una provincia considerata politicamente instabile dal governo centrale cinese, hanno a lungo resistito a manifestazioni forzate di fedeltà a Pechino che ha imposto severe restrizioni nella zona, tra cui un giro di vite sulle comunicazioni.

Istruzioni dettagliate per la nuova campagna di Pechino sono contenute in un documento di 30 pagine che viene distribuito porta a porta da dipendenti pubblici in tutti i monasteri e villaggi di Driru “, ha detto la fonte Rfa, parlando in condizione di anonimato. “Tutti le nuove stupa – si legge nel comunicato – i tumuli di pietre con mantra scolpiti a mano e santuari costruiti dopo il 2010 sono stati dichiarati illegali e devono essere distrutti entro il tempo stabilito. I monaci di età inferiore a dodici anni non possono più essere iscritti nei monasteri di Driru e quelli ora presenti devono tornare alle loro case, sempre entro il 20 ottobre, o saranno espulsi. I monaci a capo dei monasteri saranno ritenuti penalmente responsabili . Allo stesso tempo le famiglie che si rifiutano di riprendere i loro bambini possono essere detenute per sei mesi o mandati in prigione per un termini da uno a tre anni”.

E’ inoltre vietato tenere le foto del Dalai Lama e se verranno trovate in loro possesso, i monaci e le monache saranno ‘rieducati’ e privati dei benefici statali previsti dal governo cinese.

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