New York – Senza commentare direttamente l’esecuzione di Reyhaneh, ma rispondendo a una domanda di un giornalista in proposito, il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric ha ribadito che “il segretario Generale Ban Ki moon e le Nazioni Unite sono contro la pena di morte”.
E’ entrato invece direttamente in tema l’esperto Onu indipendente delle Nazioni Unite Ahmed Shaheed, Special Rapporteur sui diritti umani in Iraq, che si e’ detto “scioccato” per l’esecuzione della ragazza. Shaheed ha detto di aver sollevato più volte le sue preoccupazioni sul processo contro Reyhaneh con il governo iraniano “ma di non aver mai ricevuto risposte soddisfacenti”.
In Iran, diritto alla vita, sistema giudiziario, persecuzione religiosa e discriminazione contro le donne – ha aggiunto l’esperto Onu – sono fattori di particolare preoccupazione nonostante l’elezione alla presidenza del moderato Hassan Rohani.
“La mia maggiore preoccupazione sono i temi della vita”, ha indicato Shaheed, aggiungendo di aver osservato un “aumento” nelle esecuzioni negli ultimi 12-15 mesi: almeno 852 persone sono state messe a morte tra luglio 2013 e giugno 2014, una crescita “allarmante” di numeri che già erano alti negli anni precedenti, il piu’ alto tasso di esecuzioni per numero di abitanti del mondo. Shaheed ha parlato in Terza Commissione, dove a novembre sara’ messa ai voti in prima lettura la risoluzione per la moratoria della pena di morte, un fronte su cui si stanno impegnando particolarmente in questi giorni la diplomazia italiana con la Rappresentanza Permanente d’Italia all’Onu e organizzazioni non governative come la Comunita’ di Sant’Egidio, Nessuno Tocchi Caino e Amnesty Italia.
Continuano intanto in Iran le esecuzioni di minori – solo nel 2014 otto ragazzi sotto i 18 anni – mentre sono aumentati i tipi di reato passibili di pena capitale per includere adesso crimini economici e di natura politica. Anche per una mancanza di sostegno parlamentare – ha detto Shaheed – Rohani non e’ stato in grado di risolvere il problema e mantenere gli impegni in materia di rispetto dei diritti umani.
In Iran, diritto alla vita, sistema giudiziario, persecuzione religiosa e discriminazione contro le donne – ha aggiunto l’esperto Onu – sono fattori di particolare preoccupazione nonostante l’elezione alla presidenza del moderato Hassan Rohani.
“La mia maggiore preoccupazione sono i temi della vita”, ha indicato Shaheed, aggiungendo di aver osservato un “aumento” nelle esecuzioni negli ultimi 12-15 mesi: almeno 852 persone sono state messe a morte tra luglio 2013 e giugno 2014, una crescita “allarmante” di numeri che già erano alti negli anni precedenti, il piu’ alto tasso di esecuzioni per numero di abitanti del mondo. Shaheed ha parlato in Terza Commissione, dove a novembre sara’ messa ai voti in prima lettura la risoluzione per la moratoria della pena di morte, un fronte su cui si stanno impegnando particolarmente in questi giorni la diplomazia italiana con la Rappresentanza Permanente d’Italia all’Onu e organizzazioni non governative come la Comunita’ di Sant’Egidio, Nessuno Tocchi Caino e Amnesty Italia.
Continuano intanto in Iran le esecuzioni di minori – solo nel 2014 otto ragazzi sotto i 18 anni – mentre sono aumentati i tipi di reato passibili di pena capitale per includere adesso crimini economici e di natura politica. Anche per una mancanza di sostegno parlamentare – ha detto Shaheed – Rohani non e’ stato in grado di risolvere il problema e mantenere gli impegni in materia di rispetto dei diritti umani.
Alessandra Baldini
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