Giustizia minorile e diritti umani in Bolivia. Lo scorso 30 ottobre una delegazione di rappresentanti di istituzioni e società civile boliviani ha presentato alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani (Cidh) a Washington un dossier sulla drammatica situazione dell'abuso della detenzione preventiva in Bolivia dei minori e giovani in situazione di conflitto con la legge, i più alti dell'intero continente americano: l'83% dei minori detenuti in carcere è in attesa di giudizio. Anche per reati minori i tempi di attesa di una sentenza possono protrarsi anche fino a tre anni.
Il dossier presentato a Washington è frutto dell'impegno che l'ong Progetto Mondo sta portando avanti da più di un decennio in Bolivia a favore dei minori e giovani in conflitto con la legge, grazie a progetti finanziati tra gli altri dal Ministero degli Affari Esteri, Unione Europea e Conferenza Episcopale Italiana (Cei).
Dopo un decennio di impegno in difesa dei minori e giovani, indebitamente rinchiusi nel carcere per adulti di San Pedro, l'Ong italiana, con immense fatiche, ha costruito e avviato a El Alto (La Paz) il Centro Qalauma, la prima struttura carceraria del Paese dedicata espressamente a minori e giovani con responsabilità penali (benché una riforma del 2001 preveda la separazione tra adulti-minori, la legge non era mai stata rispettata).
E inoltre, grazie a diversi progetti di cooperazione allo sviluppo (Qalauma, Liber'Arte, Justamente), l'Ong sta concretamente contribuendo alla riforma del sistema di giustizia penale minorile, nonché a un cambiamento reale delle condizioni di vita dei minori detenuti, con la promozione di un approccio ispirato alla giustizia restaurativa, e dunque alla creazione di misure alternative al carcere nel caso di reati meno gravi, o attraverso percorsi di reintegro sociale post carcere per coloro subiscono una condanna di detenzione.
Un dato su tutti testimonia quanto i risultati ottenuti siano realmente incoraggianti: dall'apertura del nuovo Centro Qalauma, nel 2011, il centro registra tassi di recidiva tra i più bassi di tutti gli istituti carcerari del Paese, inferiore al 4%. Progetto Mondo sta inoltre sperimentando con successo alcuni programmi pilota di formazione, educazione finalizzati al reinserimento post detentivo e pratiche restaurative attraverso la mediazione tra reo e vittima o la creazione di reti comunitarie per favorire i processi di risocializzazione dei giovani.
E proprio in base ai risultati ottenuti a Qalauma, su iniziativa della Gobernación si sta ora replicando lo stesso modello socioeducativo anche in altri centri di privazione di libertà per minori e giovani, in particolare nell'omologo Centro Cenvicruz inaugurato nel 2013 a Santa Cruz.
Nonostante le enormi difficoltà e i rallentamenti di vario tipo, l'impegno italiano è stato quindi premiato dal governo boliviano (a breve anche un accordo quadro tra Progetto Mondo e il Ministero di Giustizia boliviano) con una collaborazione per l'effettiva applicazione del nuovo "Codice del Bambino, Bambina e Adolescente" promulgato lo scorso 17 luglio e alla cui elaborazione ha attivamente partecipato Progetto Mondo insieme alle altre organizzazioni e istituzioni che costituiscono il Tavolo inter-istituzionale sulla Giustizia Minorile creato nel 2007.
A fine settembre si è svolto a La Paz un seminario internazionale sulla Giustizia Restaurativa conclusosi con la firma di una Dichiarazione (ribattezzata la "Dichiarazione di La Paz") che sancisce il formale impegno del Governo boliviano nel continuare il cammino di riforme intrapreso. Il documento, che ha in calce le firme di 100 personalità del mondo accademico e giuridico nazionale e internazionale, è stato firmato anche dal ministro di Giustizia Sandra Guiterrez. L'ultimo atto, di questo lungo processo di cooperazione che sta dimostrando un notevole impatto sulla vita dei minori e giovani in conflitto con la legge e, più in generale, a favore di un maggiore rispetto dei diritti umani in Bolivia, è senz'altro rappresentato dall'udienza svoltasi a Washington.
Al termine della relazione, infatti, i relatori speciali della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (Cidh) si sono detti impressionati della gravità della realtà presentata, riconoscendo in ogni caso gli importanti passi in avanti realizzati e lo sforzo di collaborazione con le istituzioni nazionali. Relatore per Progetto Mondo Mlal è stato il coordinatore del Programma su Giustizia Giovanile Restaurativa, Roberto Simoncelli.
Dopo un decennio di impegno in difesa dei minori e giovani, indebitamente rinchiusi nel carcere per adulti di San Pedro, l'Ong italiana, con immense fatiche, ha costruito e avviato a El Alto (La Paz) il Centro Qalauma, la prima struttura carceraria del Paese dedicata espressamente a minori e giovani con responsabilità penali (benché una riforma del 2001 preveda la separazione tra adulti-minori, la legge non era mai stata rispettata).
E inoltre, grazie a diversi progetti di cooperazione allo sviluppo (Qalauma, Liber'Arte, Justamente), l'Ong sta concretamente contribuendo alla riforma del sistema di giustizia penale minorile, nonché a un cambiamento reale delle condizioni di vita dei minori detenuti, con la promozione di un approccio ispirato alla giustizia restaurativa, e dunque alla creazione di misure alternative al carcere nel caso di reati meno gravi, o attraverso percorsi di reintegro sociale post carcere per coloro subiscono una condanna di detenzione.
Un dato su tutti testimonia quanto i risultati ottenuti siano realmente incoraggianti: dall'apertura del nuovo Centro Qalauma, nel 2011, il centro registra tassi di recidiva tra i più bassi di tutti gli istituti carcerari del Paese, inferiore al 4%. Progetto Mondo sta inoltre sperimentando con successo alcuni programmi pilota di formazione, educazione finalizzati al reinserimento post detentivo e pratiche restaurative attraverso la mediazione tra reo e vittima o la creazione di reti comunitarie per favorire i processi di risocializzazione dei giovani.
E proprio in base ai risultati ottenuti a Qalauma, su iniziativa della Gobernación si sta ora replicando lo stesso modello socioeducativo anche in altri centri di privazione di libertà per minori e giovani, in particolare nell'omologo Centro Cenvicruz inaugurato nel 2013 a Santa Cruz.
Nonostante le enormi difficoltà e i rallentamenti di vario tipo, l'impegno italiano è stato quindi premiato dal governo boliviano (a breve anche un accordo quadro tra Progetto Mondo e il Ministero di Giustizia boliviano) con una collaborazione per l'effettiva applicazione del nuovo "Codice del Bambino, Bambina e Adolescente" promulgato lo scorso 17 luglio e alla cui elaborazione ha attivamente partecipato Progetto Mondo insieme alle altre organizzazioni e istituzioni che costituiscono il Tavolo inter-istituzionale sulla Giustizia Minorile creato nel 2007.
A fine settembre si è svolto a La Paz un seminario internazionale sulla Giustizia Restaurativa conclusosi con la firma di una Dichiarazione (ribattezzata la "Dichiarazione di La Paz") che sancisce il formale impegno del Governo boliviano nel continuare il cammino di riforme intrapreso. Il documento, che ha in calce le firme di 100 personalità del mondo accademico e giuridico nazionale e internazionale, è stato firmato anche dal ministro di Giustizia Sandra Guiterrez. L'ultimo atto, di questo lungo processo di cooperazione che sta dimostrando un notevole impatto sulla vita dei minori e giovani in conflitto con la legge e, più in generale, a favore di un maggiore rispetto dei diritti umani in Bolivia, è senz'altro rappresentato dall'udienza svoltasi a Washington.
Al termine della relazione, infatti, i relatori speciali della Commissione Interamericana dei Diritti Umani (Cidh) si sono detti impressionati della gravità della realtà presentata, riconoscendo in ogni caso gli importanti passi in avanti realizzati e lo sforzo di collaborazione con le istituzioni nazionali. Relatore per Progetto Mondo Mlal è stato il coordinatore del Programma su Giustizia Giovanile Restaurativa, Roberto Simoncelli.
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