Salgono così a 38 i detenuti che si sono tolti la vita da inizio anno: Avevano un’età media di 41 anni, 32 gli italiani e 6 gli stranieri, 2 le donne.
Le carceri nelle quali si sono registrate più vittime sono Napoli Poggioreale (4) e Padova Casa di Reclusione (3). 32 detenuti si sono impiccati, 5 si sono asfissiati con il gas del fornelletto da camping in uso nelle celle, 1 si è dissanguato tagliandosi la carotide con una lametta da barba.
L’ultimo caso
Lo hanno trovato gli agenti di Polizia penitenziaria nella sua cella, quando ormai per lui non c’era più niente da fare. Nel pomeriggio di venerdì, un detenuto del carcere Bassone, si è tolto la vita impiccandosi. Maurizio Riunno, 28 anni, era stato arrestato il 21 ottobre scorso per sequestro di persona, assieme ad altre quattro persone. Dopo il suo arresto, era stato portato in osservazione, quattro celle presidiate da un agente, dove confluiscono i detenuti che hanno motivi di incompatibilità con gli altri. In questo caso, si trattava di esigenze giudiziarie, legate alle indagini ancora in corso, per le quali la Procura aveva disposto il divieto di contatto tra i vari indagati. Venerdì pomeriggio verso le 16, gli agenti lo hanno trovato esanime, impiccato con le lenzuola della sua branda. Non aveva avuto contatti con nessun altro, se non l’agente che, a intervalli ravvicinati, controllava le sue condizioni in cella. Ciononostante, è riuscito a realizzare il suo intento.
Il ventottenne, non nuovo a esperienze carcerarie, era uscito da poche settimane, prima di finire nuovamente nei guai: tuttavia la drammaticità del suo gesto, ha spiazzato i familiari, che ora – attraverso un legale – chiederanno che vengano fatti tutti gli accertamenti possibili per fare chiarezza, ed escludere qualsiasi possibilità diversa dal gesto volontario. Tuttavia, già una serie di circostanze verificate nell’immediatezza, lascerebbero poco margine ad altre ipotesi. Venerdì pomeriggio, è stato subito avvisato il magistrato di turno della Procura di Como, che valuterà l’eventuale necessità di disporre accertamenti ulteriori, al di là dell’autopsia, atto dovuto in questi casi.
Lo hanno trovato gli agenti di Polizia penitenziaria nella sua cella, quando ormai per lui non c’era più niente da fare. Nel pomeriggio di venerdì, un detenuto del carcere Bassone, si è tolto la vita impiccandosi. Maurizio Riunno, 28 anni, era stato arrestato il 21 ottobre scorso per sequestro di persona, assieme ad altre quattro persone. Dopo il suo arresto, era stato portato in osservazione, quattro celle presidiate da un agente, dove confluiscono i detenuti che hanno motivi di incompatibilità con gli altri. In questo caso, si trattava di esigenze giudiziarie, legate alle indagini ancora in corso, per le quali la Procura aveva disposto il divieto di contatto tra i vari indagati. Venerdì pomeriggio verso le 16, gli agenti lo hanno trovato esanime, impiccato con le lenzuola della sua branda. Non aveva avuto contatti con nessun altro, se non l’agente che, a intervalli ravvicinati, controllava le sue condizioni in cella. Ciononostante, è riuscito a realizzare il suo intento.
Il ventottenne, non nuovo a esperienze carcerarie, era uscito da poche settimane, prima di finire nuovamente nei guai: tuttavia la drammaticità del suo gesto, ha spiazzato i familiari, che ora – attraverso un legale – chiederanno che vengano fatti tutti gli accertamenti possibili per fare chiarezza, ed escludere qualsiasi possibilità diversa dal gesto volontario. Tuttavia, già una serie di circostanze verificate nell’immediatezza, lascerebbero poco margine ad altre ipotesi. Venerdì pomeriggio, è stato subito avvisato il magistrato di turno della Procura di Como, che valuterà l’eventuale necessità di disporre accertamenti ulteriori, al di là dell’autopsia, atto dovuto in questi casi.
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