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lunedì 24 novembre 2014

Myanmar ruohingya, dall’Indonesia un aiuto interreligioso per la fine dei conflitti

MISNA
Al Forum mondiale della pace, che si è tenuto a Jakarta da 20 al 23 novembre, la più grande organizzazione musulmana dell’Indonesia, il Nahdlatul Ulama, in collaborazione con il Consiglio degli ulema indonesiano e il Consiglio delle Comunità buddista, Walubi, ha deciso di inviare a dicembre una delegazione in Myanmar per avviare un dialogo con i monaci buddisti dello Stato di Rakhine in merito ai conflitti con la minoranza locale dei Rohingya.
“Sono d’accordo con le Nazioni Unite che hanno affermato che il conflitto in Myanmar potrebbe essere risolto permettendo la comunità musulmana e la comunità buddista di incontrarsi e di parlare. Questo non è solo un problema per il Myanmar ma è anche una nostra preoccupazione” ha detto ai media Slamet Effendy Yusuf, presidente del Nahdlatul Ulama.

Suhadi Sendjaja, rappresentante buddista di Walubi, ha detto di sperare che attraverso la visita la gente del Myanmar impari dall’Indonesia. “Qui, il numero dei musulmani è grande mentre i buddisti sono pochi ma sono sicuri. In Myanmar accade il contrario” ha detto Sendjaja, aggiungendo che essi non spingeranno per una riconciliazione. “Noi spiegheremo solo la nostra situazione in Indonesia, nella speranza di ridurre i conflitti” ha precisato Sendjaja.

Una risoluzione approvata la scorsa settimana dal comitato dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in materia di diritti umani ha accolto con favore le misure positive presenti nelle riforme politiche ed economiche del Myanmar, ma ha ribadito una serie di preoccupazioni circa la violenza e le altre discriminazioni contro la minoranza musulmana dei Rohingya. I pregiudizi contro i Rohingya sono diffusi e gli esponenti di questo gruppo spesso non hanno diritto alla cittadinanza.

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