New York – L’Unione Europea ha dato il benvenuto all’adozione della moratoria della pena di morte da parte della Terza Commissione dell’assemblea Generale dell’Onu. E’ la quarta volta che questa importante risoluzione viene approvata dal 2007, osserva la Ue in un comunicato, sottolineando con soddisfazione “il vasto sostegno” ricevuto con un aumento dei “si” a 114 e un impegno transregionale di ben 95 co-sponsor.
Per l’Europa- si afferma nel comunicato della delegazione europea alle Nazioni Unite – la convinzione che la pena capitale deve essere abolita e’ al centro dell’agenda dei diritti umani: “Siamo pertanto felici che il trend di allontanamento dalla pena di morte continui”. Sono infatti calati i “no”: 36 quest’anno contro i 41 del 2012. Stabili a quota 34 gli astenuti.
Il voto ha confermato il trend che ha visto crescere progressivamente il consenso su raccomandazioni che, pur non avendo valore vincolante, hanno forte peso morale. Alche anche le co-sposorizzazioni: 95 in tutto. Sono saliti a bordo all’ultimo momento Russia, Nicaragua e Turkmenistan.
La risoluzione viene messa ai voti ogni due anni: la ratifica dell’Aula e’ attesa a dicembre. Per la delegazione italiana e europea l’obiettivo era di consolidare il risultato del 2012 con tutte le difficolta’ del caso: negli ultimi due anni alcuni paesi astensionisti o con moratorie di fatto avevano segnalato l’intenzione di ridare lavoro al boia.
E’ stato invece un successo ottenuto grazie a un approccio “flessibile e inclusivo” (come ha riconosciuto nelle dichiarazioni di voto, tra gli altri il rappresentante del Benin) e che ha permesso di portare a casa, nel testo negoziato, alcuni passi avanti importanti rispetto alla risoluzione del 2012: c’e’ una maggiore attenzione ai disabili “mentali e intellettuali”, un paragrafo sui diritti consolari (“ricevere informazioni sull’assistenza consolare nell’ambito di un contesto di azione legale”) e un invito agli Stati membri di fornire all’Onu dati “disaggregati sulle esecuzioni” anche se ogni menzione esplicita a quali tipo di disaggregazione (sesso, eta’, etc) e’ stato eliminato in fase di negoziato.
Il voto ha confermato il trend che ha visto crescere progressivamente il consenso su raccomandazioni che, pur non avendo valore vincolante, hanno forte peso morale. Alche anche le co-sposorizzazioni: 95 in tutto. Sono saliti a bordo all’ultimo momento Russia, Nicaragua e Turkmenistan.
La risoluzione viene messa ai voti ogni due anni: la ratifica dell’Aula e’ attesa a dicembre. Per la delegazione italiana e europea l’obiettivo era di consolidare il risultato del 2012 con tutte le difficolta’ del caso: negli ultimi due anni alcuni paesi astensionisti o con moratorie di fatto avevano segnalato l’intenzione di ridare lavoro al boia.
E’ stato invece un successo ottenuto grazie a un approccio “flessibile e inclusivo” (come ha riconosciuto nelle dichiarazioni di voto, tra gli altri il rappresentante del Benin) e che ha permesso di portare a casa, nel testo negoziato, alcuni passi avanti importanti rispetto alla risoluzione del 2012: c’e’ una maggiore attenzione ai disabili “mentali e intellettuali”, un paragrafo sui diritti consolari (“ricevere informazioni sull’assistenza consolare nell’ambito di un contesto di azione legale”) e un invito agli Stati membri di fornire all’Onu dati “disaggregati sulle esecuzioni” anche se ogni menzione esplicita a quali tipo di disaggregazione (sesso, eta’, etc) e’ stato eliminato in fase di negoziato.
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