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martedì 30 dicembre 2014

Myanmar - Risoluzione Onu: “Piena cittadinanza per i Rohingya”

MISNA
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato ieri una risoluzione che esorta il governo del paese a proteggere i diritti di tutti gli abitanti dello stato Rakhine (Arakan) e permettere la “parità di accesso alla piena cittadinanza per la minoranza musulmana Rohingya”. 

La risoluzione, non vincolante, è stata adottata per consenso da un gruppo di 193 nazioni, un mese dopo che è stata approvata dal Comitato per i diritti. La risoluzione esprime “grave preoccupazione” per la situazione dei Rohingya nello stato Rakhine, dove oltre 140.000 sfollati vivono reclusi in squallidi campi dopo la violenza scoppiata tra buddisti e musulmani nel 2012.

Nell’ambito di un controverso piano sostenuto dal governo, i Rohingya sarebbero costretti a identificarsi come bengalesi, termine visto come dispregiativo e contrario alla storia del paese, al fine di richiedere la cittadinanza. “La cittadinanza non sarà concessa a coloro che non hanno diritto ai sensi della presente legge e non importa chi applica pressione su di noi. E’ nostro diritto sovrano” aveva detto il mese scorso il portavoce del governo Ye Htut, in un comunicato.

La risoluzione esortata il governo del Myanmar ad accelerare gli sforzi per affrontare la discriminazione, la violenza, discorsi di odio, gli attacchi contro i musulmani e altre minoranze religiose e la deprivazione economica che colpisce varie minoranze etniche presenti nel paese. Nonostante le critiche del trattamento del Rohingya, la risoluzione accoglie “continui sviluppi positivi in Myanmar” verso la riforma e rileva che il governo sta facendo sforzi per affrontare la “situazione complessa nello stato Rakhine.”

La risoluzione chiede inoltre di aprire “ senza indugio” nel paese un ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

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