Niamey. In oltre 100mila si sono rifugiati in Niger dal maggio 2013; una migrazione che ha portato migliaia di famiglie lontano dalla loro patria, la vicina Nigeria, per scappare e trovare riparo dal pericolo del gruppo fondamentalista di Boko Haram. Un vero “dramma umanitario”, come ha riferito il primo ministro del Niger, Brigi Rafini, che ha lanciato l’appello alla “solidarietà internazionale”.
In Niger, infatti, l’alto numero di profughi (in continuo aumento di settimana in settimana) sta compromettendo il già di per sé precario sistema di approvvigionamento alimentare e idrico. Il 60% della popolazione del Paese vive al di sotto della soglia di povertà. Ed ulteriori problemi non aiutano certo quella che è una vera e propria sopravvivenza giornaliera.
Gli jihadisti di Boko Haram sono attivi soprattutto nel nord della Nigeria. E è proprio dalle zone di confine col Niger che proviene la maggior parte dei rifugiati. La loro è una vera lotta contro la morte, visto che nel solo 2014 (ancora peraltro non terminato) il gruppo islamista ha ucciso oltre 7mila civili. Tra i loro obiettivi principali vi sono le scuole, il simbolo dell’educazione occidentale, che è il nemico numero uno di Boko Haram.
di Alessandro Marinai
Gli jihadisti di Boko Haram sono attivi soprattutto nel nord della Nigeria. E è proprio dalle zone di confine col Niger che proviene la maggior parte dei rifugiati. La loro è una vera lotta contro la morte, visto che nel solo 2014 (ancora peraltro non terminato) il gruppo islamista ha ucciso oltre 7mila civili. Tra i loro obiettivi principali vi sono le scuole, il simbolo dell’educazione occidentale, che è il nemico numero uno di Boko Haram.
di Alessandro Marinai
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.