Il ministro libanese degli Affari sociali, Rashid Derbas, e il coordinatore Onu in Libano, Ross Mountain, lanciano a Beirut un piano per rispondere alla crisi dei rifugiati siriani, che nel paese hanno superato quota 1,2 milioni.
Il piano sarà presentato nel corso di una riunione presso la sede del governo, sotto gli auspici del primo ministro Tammam Salam e in presenza del vice segretario generale delle Nazioni Unite, Jan Eliasson. Derbas, ciato dal quotidiano locale An-Nahar, ha anticipato che il piano prevede di ottenere il 37% del totale dei fondi necessari a gestire l'emergenza da paesi donatori.
Secondo dati non ufficiali, il Libano ospita molto più dell'1,2 milioni di rifugiati siriani regolarmente registrati. L'emergenza sta mettendo a dura prova l'economia del paese. Per ora, "il governo è stato in grado di ottenere sostegno finanziario dall'Arabia Saudita per far fronte alle spese alimentari per i rifugiati", ha detto il ministro Derbas.
La scarsezza di finanziamenti internazionali, tuttavia, ha costretto all'inizio del mese il World Food Program (Wfp) a interrompere la fornitura di buoni alimentari a 1,7 milioni di siriani in Giordania, Libano, Turchia, Iraq ed Egitto. Il Wfp ha spiegato di necessitare di almeno 64 milioni di dollari per sostenere i rifugiati nel mese di dicembre.
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