Saeed Jaddad, attivista per i diritti umani dichiarato prigioniero di coscienza da Amnesty International, è in pericolo di vita. Jaddad è accusato di aver “minacciato la reputazione e il prestigio dello stato” solo per aver chiesto riforme sociali e politiche attraverso i social media e aver incontrato, nel 2013, alcuni parlamentari europei.
Arrestato il 10 dicembre 2014, Jaddad è stato interrogato a lungo sulle sue attività in favore dei diritti umani, i suoi contatti con organizzazioni per i diritti umani e le sue attività su Internet. Per 12 giorni, prima di essere rilasciato, ha condiviso una cella infestata da blatte e altri insetti con 21 detenuti comuni ed è stato costretto a dormire sul pavimento.
Il 21 gennaio 2015, Jaddad è stato nuovamente arrestato. Due giorni dopo, ha intrapreso uno sciopero della fame ed è stato immediatamente ricoverato nell’ospedale della città di Salalah. Qui, due medici, uno dei quali nominato dalla polizia, hanno raccomandato che non venisse rimandato in prigione né trasferito nella capitale Muscat per il processo. Il governo dell’Oman la pensa diversamente e sta preparando il trasferimento.
Il 21 gennaio 2015, Jaddad è stato nuovamente arrestato. Due giorni dopo, ha intrapreso uno sciopero della fame ed è stato immediatamente ricoverato nell’ospedale della città di Salalah. Qui, due medici, uno dei quali nominato dalla polizia, hanno raccomandato che non venisse rimandato in prigione né trasferito nella capitale Muscat per il processo. Il governo dell’Oman la pensa diversamente e sta preparando il trasferimento.
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