Sono aumentati i controlli lungo la frontiera. Con l'approvazione del Programma Frontera Sur, gli immigrati del Centro America, che attraversano il Messico per raggiungere gli Stati Uniti, non transitano più sul treno merci soprannominato La Bestia. Un'inchiesta della BBC rivela le nuove rotteRoma - Migliaia di migranti, ogni giorno, attraversano i confini messicani con la speranza di entrare negli Stati Uniti. Zattere che costeggiano l'Oceano Pacifico, camion, taxi o autobus per passeggeri sono i mezzi che usano. In alternativa, non restano che centinaia di chilometri a piedi fra le colline.
Da quando sono aumentati i controlli lungo la linea ferroviaria Chiapas-Mayab, La Bestia, il treno merci che fino a qualche mese fa trasportava la maggior parte di loro, non è più facilmente accessibile. Soprattutto è diventato assai più rischioso, perché - ha detto alla BBC il sacerdote Alejandro Solalinde, fondatore dell'ostello Hermanos en el Camino di Oaxaca - "Subiscono gli assalti della polizia federale e degli agenti per l'immigrazione, oltre che quelli dei delinquenti comuni".
Le controversie del Plan Frontera Sur. A partire dallo scorso luglio, il governo messicano ha avviato un programma per far fronte al flusso migratorio. Frontera Sur si pone gli obiettivi di proteggere la vita dei migranti, garantire la sicurezza e combattere i gruppi criminali che violano i loro diritti. Per facilitare la mobilità è stata creata la tessera del Visitatore Regionale, che viene emessa gratuitamente per i cittadini guatemaltechi e belizeni. Contemporaneamente, sono stati rafforzati i controlli per contrastare il traffico di esseri umani ed è stato avviato un sistema di cooperazione fra le organizzazioni sociali, le commissioni statali di Diritti Umani e gli ostelli che assistono i migranti.
Misure che non risolvono il problema. Il programma riguarda soprattutto le zone del Chiapas, Tabasco, Oaxaca e Quintana Roo, fra le più povere del paese. Per questo motivo, il governo ha previsto per queste aree maggiore sviluppo e l'aumento della velocità sulla linea ferroviaria che collega il sud-est al sud. Secondo alcune organizzazioni, però, le soluzioni adottate non risolvono il problema. "Lontano dall'essere un piano per potenziare lo sviluppo della frontiera sud e la sicurezza, si tratta di un programma di mero contenimento migratorio", sostiene Alberto Xicoténcati dell'organizzazione Belén, Locanda del Migrante di Saltillo, nel nord del paese.
Le rotte alternative. È sempre più diffusa la tratta di essere umani lungo la costa del Pacifico. Lo segnalano numerose associazioni che operano nel sud del Messico. I trafficanti, noti con il nome di "polleros" o "coyotes", si servono di zattere o piccole imbarcazioni per circumnavigare le coste del Chiapas. Una volta giunti a Oaxaca, i migranti o si spingono fino a Veracruz con il treno e da qui verso il nord ovest del paese, al confine con il Texas, oppure raggiungono in autobus Città del Messico. Quest'ultima, considerata la rotta tradizionale, pur essendo la più corta è la più pericolosa. La Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), infatti, denuncia attacchi, sequestri, abusi sessuali e furti. La maggior parte dei migranti del Centro America, che scappa dalle violenze del gruppo di narcotrafficanti Los Zetas, predilige la ferrovia lungo la costa del Pacifico. Questa è la rotta storica che, a partire dal secolo scorso, milioni di messicani hanno percorso.
I bambini invisibili. Ogni anno migliaia di bambini attraversano il paese. Non è possibile stimare con precisione il numero, poiché in molti casi, sotto lauto compenso, gli agenti di polizia lasciano che proseguano il cammino. I minori non accompagnati, che giungono in Messico, provengono da El Salvador, Honduras e Guatemala. Alcuni attraversano i cosiddetti "punti ciechi". Altri si spingono nelle zone selvatiche. Quasi sempre ad accompagnarli sono i trafficanti di esseri umani. Viaggiano in gruppi esigui. Sono soliti fare brevi percorsi e soste di alcuni giorni. "Quei 60.000, che raggiungono gli Stati Uniti, non viaggiano tutti insieme. Vanno poco a poco. Uno qui, l'altro là" spiega il sacerdote Alejandro Solalinde. La Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) ha calcolato che vi sono, in media, 20.000 sequestri di migranti ogni anno. Molti di questi sono minori. Alcuni vengono rinchiusi in edifici simili alle prigioni. Altri subiscono violenze sessuali, schiavitù, mutilazioni, prostituzione e abusi da parte delle autorità.
Le controversie del Plan Frontera Sur. A partire dallo scorso luglio, il governo messicano ha avviato un programma per far fronte al flusso migratorio. Frontera Sur si pone gli obiettivi di proteggere la vita dei migranti, garantire la sicurezza e combattere i gruppi criminali che violano i loro diritti. Per facilitare la mobilità è stata creata la tessera del Visitatore Regionale, che viene emessa gratuitamente per i cittadini guatemaltechi e belizeni. Contemporaneamente, sono stati rafforzati i controlli per contrastare il traffico di esseri umani ed è stato avviato un sistema di cooperazione fra le organizzazioni sociali, le commissioni statali di Diritti Umani e gli ostelli che assistono i migranti.
Misure che non risolvono il problema. Il programma riguarda soprattutto le zone del Chiapas, Tabasco, Oaxaca e Quintana Roo, fra le più povere del paese. Per questo motivo, il governo ha previsto per queste aree maggiore sviluppo e l'aumento della velocità sulla linea ferroviaria che collega il sud-est al sud. Secondo alcune organizzazioni, però, le soluzioni adottate non risolvono il problema. "Lontano dall'essere un piano per potenziare lo sviluppo della frontiera sud e la sicurezza, si tratta di un programma di mero contenimento migratorio", sostiene Alberto Xicoténcati dell'organizzazione Belén, Locanda del Migrante di Saltillo, nel nord del paese.
Le rotte alternative. È sempre più diffusa la tratta di essere umani lungo la costa del Pacifico. Lo segnalano numerose associazioni che operano nel sud del Messico. I trafficanti, noti con il nome di "polleros" o "coyotes", si servono di zattere o piccole imbarcazioni per circumnavigare le coste del Chiapas. Una volta giunti a Oaxaca, i migranti o si spingono fino a Veracruz con il treno e da qui verso il nord ovest del paese, al confine con il Texas, oppure raggiungono in autobus Città del Messico. Quest'ultima, considerata la rotta tradizionale, pur essendo la più corta è la più pericolosa. La Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), infatti, denuncia attacchi, sequestri, abusi sessuali e furti. La maggior parte dei migranti del Centro America, che scappa dalle violenze del gruppo di narcotrafficanti Los Zetas, predilige la ferrovia lungo la costa del Pacifico. Questa è la rotta storica che, a partire dal secolo scorso, milioni di messicani hanno percorso.
I bambini invisibili. Ogni anno migliaia di bambini attraversano il paese. Non è possibile stimare con precisione il numero, poiché in molti casi, sotto lauto compenso, gli agenti di polizia lasciano che proseguano il cammino. I minori non accompagnati, che giungono in Messico, provengono da El Salvador, Honduras e Guatemala. Alcuni attraversano i cosiddetti "punti ciechi". Altri si spingono nelle zone selvatiche. Quasi sempre ad accompagnarli sono i trafficanti di esseri umani. Viaggiano in gruppi esigui. Sono soliti fare brevi percorsi e soste di alcuni giorni. "Quei 60.000, che raggiungono gli Stati Uniti, non viaggiano tutti insieme. Vanno poco a poco. Uno qui, l'altro là" spiega il sacerdote Alejandro Solalinde. La Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) ha calcolato che vi sono, in media, 20.000 sequestri di migranti ogni anno. Molti di questi sono minori. Alcuni vengono rinchiusi in edifici simili alle prigioni. Altri subiscono violenze sessuali, schiavitù, mutilazioni, prostituzione e abusi da parte delle autorità.
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