Mentre il numero dei profughi siriani supera i 3,7 milioni di persone, a un anno dalla promessa del Ministro degli Interni britannico, di sviluppare un piano più strutturato per l’accoglienza dei rifugiati, il Regno Unito concede lo status ad appena 90 persone, scatenando le proteste dell’opposizione e della società civile
E’ sempre stato in prima linea, Ali Ferzat, il fumettista siriano che ha usato la matita come una tagliente arma di satira che non ha risparmiato nessuno. Nominato da Time, nel 2011, come una delle 100 persone più influenti, Ferzat ha scelto come protagonisti ricorrenti del suo humour graffiante, la politica del medio-oriente e il regime di Assad, tanto che, dopo la caricatura del 2011, che ritraeva il presidente, come un dittatore stanco, seduto su una sedia distrutta, il fumettista è ora costretto a vivere in esilio, in Kuwait.
Questa volta però, a vedere la matita puntata contro di sé, non è un regime anti-democratico, ma la Gran Bretagna. Sotto accusa la decisione del Regno Unito di accettare solamente 90 rifugiati siriani, una scelta definita da Ferzat priva di “morale e di umanità”.
Difficile riuscire a dissentire con convinzione, leggendo il fumetto pubblicato, in prima pagina, sul quotidiano inglese Independent, in cui l’autore descrive la disperata situazione degli oltre 3,7 milioni diprofughi siriani, uomini, donne e bambini, fuggiti dalla Siria, che aspettano ancora un aiuto che stenta ad arrivare.
“Non credo che l’Occidente abbia fatto abbastanza per i rifugiati siriani. Più che altro ha usato la politica del non vedo, non sento e non parlo.” Ha dichiarato Ferzat all’Independent, giornale estremamente critico rispetto alla decisione governativa di accogliere solamente poche decine di persone, che porta l’attenzione sul fatto che proprio giovedì sia passato esattamente un anno da quando il ministro degli interni britannico, Theresa May, aveva ceduto alle pressioni dei laburisti, dei liberal democratici e della società civile, promettendo di sviluppare una strategia di accoglienza strutturata in grado di offrire un aiuto concreto ai rifugiati. Oltre 10 mila persone avevano firmato la campagna di raccolta firme di Amnesty International per chiedere al governo di accogliere più rifugiati. Eppure un anno dopo, i numeri rimangono irrisori.
A replicare alle accuse, il portavoce del ministro degli interni: “Il Regno Unito è stato in prima fila nelle iniziative internazionali di risposta alla crisi, impegnandosi a stanziare 700 milioni di sterline per gli aiuti umanitari. Abbiamo garantito l’asilo e altre forme di permesso a oltre 3,400 cittadini siriani. Inoltre stiamo lavorando con l’Alto Commissariato per i rifugiati per identificare le persone più a rischio e accoglierle in Gran Bretagna”.
Eppure, secondo Amnesty International UK, non è abbastanza. Proprio giovedì, l’organizzazione ha lanciato un appello per chiedere ai Paesi europei di concedere lo status di rifugiato al 10% dei profughi siriani entro la fine del 2016.
Secondo l’UNHCR, in Italia, nel 2014, sono arrivate in Italia, oltre 87 mila persone, la maggior parte provenienti da Siria ed Eritrea. Ma l’Italia rimane, per la maggior parte, solo, un luogo di transito. Le mete principali rimangono i Paesi del nord Europa. Nel 2014, la Svezia, ha ricevuto oltre 25 mila richieste d’asilo, la maggior parte da cittadini siriani, il 60% delle quali sono state accolte, mentre la Germania , seconda meta per i profughi siriani in Europa, ha ricevuto oltre 12 mila domande d’asilo, il doppio rispetto al 2013.
Questa volta però, a vedere la matita puntata contro di sé, non è un regime anti-democratico, ma la Gran Bretagna. Sotto accusa la decisione del Regno Unito di accettare solamente 90 rifugiati siriani, una scelta definita da Ferzat priva di “morale e di umanità”.
Difficile riuscire a dissentire con convinzione, leggendo il fumetto pubblicato, in prima pagina, sul quotidiano inglese Independent, in cui l’autore descrive la disperata situazione degli oltre 3,7 milioni diprofughi siriani, uomini, donne e bambini, fuggiti dalla Siria, che aspettano ancora un aiuto che stenta ad arrivare.
“Non credo che l’Occidente abbia fatto abbastanza per i rifugiati siriani. Più che altro ha usato la politica del non vedo, non sento e non parlo.” Ha dichiarato Ferzat all’Independent, giornale estremamente critico rispetto alla decisione governativa di accogliere solamente poche decine di persone, che porta l’attenzione sul fatto che proprio giovedì sia passato esattamente un anno da quando il ministro degli interni britannico, Theresa May, aveva ceduto alle pressioni dei laburisti, dei liberal democratici e della società civile, promettendo di sviluppare una strategia di accoglienza strutturata in grado di offrire un aiuto concreto ai rifugiati. Oltre 10 mila persone avevano firmato la campagna di raccolta firme di Amnesty International per chiedere al governo di accogliere più rifugiati. Eppure un anno dopo, i numeri rimangono irrisori.
A replicare alle accuse, il portavoce del ministro degli interni: “Il Regno Unito è stato in prima fila nelle iniziative internazionali di risposta alla crisi, impegnandosi a stanziare 700 milioni di sterline per gli aiuti umanitari. Abbiamo garantito l’asilo e altre forme di permesso a oltre 3,400 cittadini siriani. Inoltre stiamo lavorando con l’Alto Commissariato per i rifugiati per identificare le persone più a rischio e accoglierle in Gran Bretagna”.
Eppure, secondo Amnesty International UK, non è abbastanza. Proprio giovedì, l’organizzazione ha lanciato un appello per chiedere ai Paesi europei di concedere lo status di rifugiato al 10% dei profughi siriani entro la fine del 2016.
Secondo l’UNHCR, in Italia, nel 2014, sono arrivate in Italia, oltre 87 mila persone, la maggior parte provenienti da Siria ed Eritrea. Ma l’Italia rimane, per la maggior parte, solo, un luogo di transito. Le mete principali rimangono i Paesi del nord Europa. Nel 2014, la Svezia, ha ricevuto oltre 25 mila richieste d’asilo, la maggior parte da cittadini siriani, il 60% delle quali sono state accolte, mentre la Germania , seconda meta per i profughi siriani in Europa, ha ricevuto oltre 12 mila domande d’asilo, il doppio rispetto al 2013.
di Ottavia Spaggiari
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