I tribunali non sanno riconoscere la disabilità intellettiva degli imputati. Nel 70%dei casi, infatti, ai condannati per reati viene diagnosticata la malattia mentale solo quando sono già in carcere.
È quanto sottolinea uno studio pubblicato in Spagna che denuncia come queste patologie non vengano adeguatamente rilevate durante il processo nelle aule giudiziarie, ma solo dopo che l’imputato è finito dietro le sbarre.
Uno sfregio del principio fondamentale della legge che, secondo gli autori dell’indagine, coinvolge tutti gli attori del dibattimento: dai giudici ai pubblici ministeri, passando per i periti e gli avvocati.
Dati che per le organizzazioni che tutelano i diversamente abili fanno riflettere visto che il 6,5% dei detenuti nelle carceri spagnole ha un handicap intellettivo. Per questo si chiede alle autorità pubbliche di investire in un’adeguata formazione del personale e soprattutto di non continuare a nascondere sotto il tappeto quella che è una vera e propria ingiustizia.
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