Rinviata, ancora una volta, la pena della fustigazione inflitta al blogger saudita Raef Badawi, condannato dalle autorità del suo Paese a 1.000 frustate da scontare in 20 settimane per avere "insultato l'Islam", come ha reso noto oggi Amnesty International.
Nel giorno della settimana stabilito per scontare la pena e si tratta quindi del quinto rinvio dopo le prime 50 frustate subite lo scorso 9 gennaio: le fustigazioni successive infatti non hanno avuto luogo, "per motivi di salute".
"Raef non è si è presentato alla sessione odierna per la fustigazione. Non sappiamo perché, ma lui rimane in prigione", come recita un tweet postato dall'Organizzazione in difesa dei diritti umani sul proprio account ufficiale. Il caso del blogger ha provocato indignazione in tutto il mondo con una denuncia delle Nazioni Unite, che hanno parlato di una punizione "crudele e disumana". Il 31enne Badawi, vincitore nel 2014 del premio Reporter senza frontiere per la libertà di stampa, è detenuto dal 2012.
Condannato per "offesa" all'Islam, il blogger, dallo scorso novembre sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione. Come pena aggiuntiva è stato condannato anche a mille frustate da subire 50 alla volta per la durata di 20 settimane.
"Raef non è si è presentato alla sessione odierna per la fustigazione. Non sappiamo perché, ma lui rimane in prigione", come recita un tweet postato dall'Organizzazione in difesa dei diritti umani sul proprio account ufficiale. Il caso del blogger ha provocato indignazione in tutto il mondo con una denuncia delle Nazioni Unite, che hanno parlato di una punizione "crudele e disumana". Il 31enne Badawi, vincitore nel 2014 del premio Reporter senza frontiere per la libertà di stampa, è detenuto dal 2012.
Condannato per "offesa" all'Islam, il blogger, dallo scorso novembre sta scontando una condanna a 10 anni di reclusione. Come pena aggiuntiva è stato condannato anche a mille frustate da subire 50 alla volta per la durata di 20 settimane.
La "colpa" di Badawi è per aver scritto questa frase sul suo blog: "Il laicismo rispetta ogni persona e non offende nessuno. È la soluzione concreta per far salire i Paesi (incluso il nostro) dal terzo mondo verso il primo".
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