Roma – Da vent’anni a questa parte in Europa e in Italia non c’erano mai state tante richieste d’asilo come nel 2014. L’ultimo flusso rilevante c’era stato ai tempi della guerra nei Balcani. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati ha registrato per il 2014 866.000 richieste d’asilo in Europa, Usa, Australia e Giappone: +45% rispetto al 2013.
Italia – La Germania è stata la meta principale dei richiedenti asilo (173mila persone). Ma l’Italia, con 63.700 domande, rientra tra i Paesi che hanno avuto il maggior incremento: +148% rispetto al 2013, quando vennero registrate 25.700 domande. Si tratta soprattutto di cittadini maliani (9.800 domande), nigeriani (9.700), gambiani (8.500) e pachistani (7.100). Le decine di migliala di siriani ed eritrei sbarcati sulle nostre coste nel corso del 2014 si sono attivati molto poco. Tra i primi solo 500 hanno presentato richiesta d`asilo. E tra i giovani in fuga dalla dittatura dell`Asmara, appena 480 hanno deciso di fermarsi in Italia.
Svezia – Anche la Svezia, fra i Paesi europei, ha ricevuto 75mila nuove domande d`asilo (quattro su dieci i siriani). Siria e Iraq infatti sono i principali Paesi d`origine dei rifugiati in Europa. Uno su cinque viene dalla Siria (poco meno di 149mila domande d`asilo) e il loro numero è raddoppiato rispetto alle 56mila persone censite nel 2013.
ACNUR – «La nostra risposta deve essere generosa – commenta Antonio Guterres, alto commissario Acnur -. Garantendo accesso all`asilo, ai programmi di resettlement e altre forme di protezione per le persone in fuga da questi terribili conflitti». Carlotta Sami, portavoce dell`Acnur per il Sud Europa, si pone sulla scia che a suo tempo seguì la Boldrini quale portavoce dell’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Afferma infatti che «non si sta facendo abbastanza» per fronteggiare le crisi umanitarie in atto. Ci sono alcuni Paesi europei che hanno incrementato moltissimo la loro capacità e disponibilità di accogliere i rifugiati – aggiunge -. Ma ve ne sono alcuni che invece non stanno contribuendo. E noi crediamo che la responsabilità di gestire questa crisi deve essere di tutti». Sulla possibilità di allestire campi d`accoglienza in territorio africano da cui possano essere inviate richieste d`asilo, Sami è possibilista: «Questa richiesta non è ancora stata avanzata in maniera diretta dall`Unione Europea, ma non abbiamo nulla in contrario, anche se ci sono delle condizioni che devono essere soddisfatte».
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