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sabato 28 marzo 2015

La violazione dei diritti umani in Uganda a causa della repressione del governo e dell'LRA

L'Opinione
Continuano le problematiche e le violazioni dei diritti umani e civili dell’Uganda a causa delle politiche repressive e opprimenti del governo e delle truppe paramilitari del LRA. 

Pochi giorni fa l’Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite ha reso nota la storia di un ragazzo di ventisei anni che nel 1999 venne rapito nel nord dell’Uganda, a 30 chilometri dalla città di Gulu. Sistematica è in Uganda l’instabilità governativa e la mancanza di giustizia per le vittime dei ribelli paramilitari. In migliaia sono stati rapiti, torturati, abusati sessualmente e costretti a lavorare come schiavi. La storia di Nancy Auma è la storia di molti ragazzi ugandesi.

Nancy fu mantenuto vivo dai ribelli, costretto a seguirli nelle loro marce della morte, obbligato ad eseguire gli ordini che gli venivano posti e vittima di torture fisiche con il taglio delle labbra, del naso e delle orecchie. Grazie al Programma delle Nazioni Unite per la pace nel Nord Uganda che ha fornito un contributo di 170.000 dollari alla Rete Giovanile Africana, Nancy è tra quei ragazzi, vittime di guerra, a cui sono state ricostruiti chirurgicamente le labbra, il naso e le orecchie. Sono 574 i beneficiari, uomini, donne e bambini, del programma delle Nazioni Unite, sottoposti alla chirurgia ricostruttiva, alla riabilitazione medica e alla consulenza psicologica per curare e rimediare all’orrore vissuto tra le fila del LRA. La Rete Giovanile Africana ha svolto un approfondito studio per l’identificazione delle vittime di guerra in tutta la regione e per produrre decisive azioni concrete di sostegno per il recupero di moltissimi ragazzi, soggetti di una completa violazione dei diritti fondamentali garantiti.

La metodologia di mappatura, adoperata dalla Rete Giovanile Africana, mira a visionare e valutare quali sono le zone del paese più colpite dalla guerra, soddisfacendo quelle che sono le esigenze mediche e chirurgiche primarie. Un elevato numero di bambini e adolescenti che avevano abbandonato gli studi e la vita sociale a causa delle deturpazioni hanno ripreso gli studi e a vivere, così come molte donne che per vergogna si erano separati dai mariti e dalla famiglia sono ritornate alla loto vita quotidiana. Le organizzazioni per la tutela dei diritti umani sperano che casi come quello di Nancy Auma possano un giorno cessare e contemporaneamente richiedono al governo dell’Uganda di modificare la propria legislazione sulla giustizia, la pena di morte e i diritti umani.

Dal 1938 al 2006 sono almeno 377 le persone giustiziate alla pena capitale rende noto il Rapporto 2014 sulla pena di morte nel mondo redatto dalla Ong “Nessuno Tocchi Caino”. Al dramma della guerra si aggiunge il dramma delle istituzioni repressive. Pessime le condizioni sulla giustizia e i diritti umani nel paese, nonostante autorevoli voci di dissenso. Nel Giugno 2012, rende noto Nessuno Tocchi Caino, il Servizio Prigioni dell’Uganda si è dichiarato contrario alla pena di morte, ricordando che lo scopo delle carceri è quello di riabilitare i rei, non di ucciderli.

Le istituzioni ugandesi legittimano l’esistenza di disposizioni che criminalizzano le relazioni omosessuali e permettono la pena capitale. L’Uganda ha respinto le raccomandazioni delle Nazioni Unite per l’abolizione della pena di morte e non ha sottoscritto la moratoria abolizionista. Un paese travolto dalla guerra intestina dei ribelli, protagonisti di numerose persecuzioni e contemporaneamente uno stato che mira ad essere autoritario e non rispettoso della dignità umana.

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