Piegati sotto il peso delle cassette da lustrascarpe i figli di quel 32% della popolazione che vive con meno di 4 dollari al giorno, cercano di guadagnare qualcosa nei ristoranti di lusso o semplicemente tendendo la mano ai semafori. Mischiati a loro ci sono anche i ragazzini figli dei 300.000 rifugiati palestinesi e quelli dell'oltre un milione di profughi siriani
Beirut - Si incontrano ovunque per le strade della capitale libanese, curvi sotto il peso della cassetta da lustrascarpe o mentre cercano di vendere un fiore fuori dai ristoranti di lusso o semplicemente con la mano tesa ai semafori. Sono i bambini di strada libanesi, i figli di quel 32% della popolazione che vive con meno di 4 dollari al giorno, oppure dei 300.000 rifugiati palestinesi e oggi anche di oltre un milione di profughi siriani.
Il 70% dei bambini di strada sono siriani. I bambini di strada non sono una novità nel Paese dei Cedri, la diseguaglianza economica in Libano è da anni accompagnata da questo tragico fenomeno sociale. Adesso, però, a questo popolo quasi invisibile si sono aggiunti i piccoli fratelli della porta accanto, i profughi siriani in fuga dalla guerra. I curatori di uno studio realizzato da UNICEF, ILO e coordinato dal ministero del lavoro - hanno incontrato 1.500 bambini che vivono di elemosina e lavorano come venditori ambulanti, qualcuno si lascia anche coinvolgere in attività illecite. "Attualmente più del 70% dei bambini di strada sono siriani e l'8% palestinesi, concentrati soprattutto nei centri urbani come Beirut e Tripoli." Ha dichiarato un portavoce del Ministero del Lavoro. "Il fenomeno è diventato sempre più diffuso e visibile con l'arrivo di circa 1,5 milioni di rifugiati siriani, la popolazione pro capite più alta al mondo di rifugiati."
Otto ore di lavoro per 12 dollari. Secondo lo studio oltre la metà dei bambini di strada in Libano ha tra i 10 e i 14 anni e in media riescono a guadagnare meno di 12 $ al giorno. "L'enorme quantità di profughi dalla Siria, molti dei quali sono bambini - secondo la ricerca - ha certamente aggravato il problema, ma non è la causa principale. Le cause sono da ricercare nell'esclusione sociale e nella vulnerabilità delle famiglie. La presenza di bambini che vivono e lavorano nelle strade è un vecchio problema, che rappresenta una sfida permanente che coinvolge le questioni socio-economiche più rilevanti per il Libano". Lo studio ha mostrato che il 43% dei bambini sopravvive mendicando, mentre il 37% lavora come venditore ambulante. La maggior parte di loro sono entrati nel mercato del lavoro tra i 7 e i 14 anni e il 42% sono analfabeti. La maggioranza lavora più di sei giorni alla settimana per una media di otto ore e mezzo al giorno.
Scarsi gli investimenti pubblici per scuola e salute. Le istituzioni libanesi hanno dichiarato a più riprese di volersi impegnare per contrastare il fenomeno e aiutare i bambini di strada nel quadro del "Piano d'azione nazionale per l'eliminazione dello sfruttamento del lavoro", avviato nel 2013. La questione appare, però, di difficile soluzione perché è figlia delle feroci contraddizioni del Paese. In Libano il 95% della sanità è privata e così anche il 70% delle scuole e la spesa pubblica per queste voci raggiunge solo il 9% del bilancio dello stato. Inoltre, oggi questi minimi servizi dovrebbero occuparsi di più di un milione di rifugiati.
I bambini pagano le contraddizioni del Paese. Seduto sulla sua cassetta da lustrascarpe Mohamed racconta "Sono io che mi occupo della famiglia. Ho tre fratelli e mio padre malato non può lavorare". Ha 14 anni e da tre è scappato dalla Siria.
A Beirut centinaia di bambine vivono di espedienti e rischiano di precipitare nel racket della prostituzione minorile, mentre alcune loro coetanee passano i pomeriggi nelle beauty-farm dedicate alle bambine dai 12 ai 16 anni. Basta, poi, uscire pochi chilometri da Beirut per accorgersi che il mondo occidentalizzato non è che una piccola parte della realtà. Il Libano là fuori è un mondo di famiglie contadine che vendono i loro prodotti sulla strada e vivono in piccoli villaggi isolati, senza scuole o centri di salute. Beirut e il Libano sono un mosaico, un insieme di frammenti che spesso si passano accanto senza sfiorarsi, ma a volte si scontrano drammaticamente. Le disuguaglianze economiche e le divisioni confessionali e politiche corrono profonde in questa società, sempre in bilico tra guerra e pace e che non sembra avere tempo per prendersi cura sei suoi bambini.
Il 70% dei bambini di strada sono siriani. I bambini di strada non sono una novità nel Paese dei Cedri, la diseguaglianza economica in Libano è da anni accompagnata da questo tragico fenomeno sociale. Adesso, però, a questo popolo quasi invisibile si sono aggiunti i piccoli fratelli della porta accanto, i profughi siriani in fuga dalla guerra. I curatori di uno studio realizzato da UNICEF, ILO e coordinato dal ministero del lavoro - hanno incontrato 1.500 bambini che vivono di elemosina e lavorano come venditori ambulanti, qualcuno si lascia anche coinvolgere in attività illecite. "Attualmente più del 70% dei bambini di strada sono siriani e l'8% palestinesi, concentrati soprattutto nei centri urbani come Beirut e Tripoli." Ha dichiarato un portavoce del Ministero del Lavoro. "Il fenomeno è diventato sempre più diffuso e visibile con l'arrivo di circa 1,5 milioni di rifugiati siriani, la popolazione pro capite più alta al mondo di rifugiati."
Otto ore di lavoro per 12 dollari. Secondo lo studio oltre la metà dei bambini di strada in Libano ha tra i 10 e i 14 anni e in media riescono a guadagnare meno di 12 $ al giorno. "L'enorme quantità di profughi dalla Siria, molti dei quali sono bambini - secondo la ricerca - ha certamente aggravato il problema, ma non è la causa principale. Le cause sono da ricercare nell'esclusione sociale e nella vulnerabilità delle famiglie. La presenza di bambini che vivono e lavorano nelle strade è un vecchio problema, che rappresenta una sfida permanente che coinvolge le questioni socio-economiche più rilevanti per il Libano". Lo studio ha mostrato che il 43% dei bambini sopravvive mendicando, mentre il 37% lavora come venditore ambulante. La maggior parte di loro sono entrati nel mercato del lavoro tra i 7 e i 14 anni e il 42% sono analfabeti. La maggioranza lavora più di sei giorni alla settimana per una media di otto ore e mezzo al giorno.
Scarsi gli investimenti pubblici per scuola e salute. Le istituzioni libanesi hanno dichiarato a più riprese di volersi impegnare per contrastare il fenomeno e aiutare i bambini di strada nel quadro del "Piano d'azione nazionale per l'eliminazione dello sfruttamento del lavoro", avviato nel 2013. La questione appare, però, di difficile soluzione perché è figlia delle feroci contraddizioni del Paese. In Libano il 95% della sanità è privata e così anche il 70% delle scuole e la spesa pubblica per queste voci raggiunge solo il 9% del bilancio dello stato. Inoltre, oggi questi minimi servizi dovrebbero occuparsi di più di un milione di rifugiati.
I bambini pagano le contraddizioni del Paese. Seduto sulla sua cassetta da lustrascarpe Mohamed racconta "Sono io che mi occupo della famiglia. Ho tre fratelli e mio padre malato non può lavorare". Ha 14 anni e da tre è scappato dalla Siria.
A Beirut centinaia di bambine vivono di espedienti e rischiano di precipitare nel racket della prostituzione minorile, mentre alcune loro coetanee passano i pomeriggi nelle beauty-farm dedicate alle bambine dai 12 ai 16 anni. Basta, poi, uscire pochi chilometri da Beirut per accorgersi che il mondo occidentalizzato non è che una piccola parte della realtà. Il Libano là fuori è un mondo di famiglie contadine che vendono i loro prodotti sulla strada e vivono in piccoli villaggi isolati, senza scuole o centri di salute. Beirut e il Libano sono un mosaico, un insieme di frammenti che spesso si passano accanto senza sfiorarsi, ma a volte si scontrano drammaticamente. Le disuguaglianze economiche e le divisioni confessionali e politiche corrono profonde in questa società, sempre in bilico tra guerra e pace e che non sembra avere tempo per prendersi cura sei suoi bambini.
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