All’incontro promosso alla Lumsa dagli studenti di “Good morning youth” la portavoce dell’Agenzia Onu per i Rifugiati ribadisce l'importanza dell'istituzione di un canale umanitario e denuncia: "Vediamo accolti con indifferenza gli appelli che facciamo"
Roma - “Il numero delle vittime è in aumento, sono morte 5 persone ogni 100 che sono arrivate, sono già 400 i morti solo dall’inizio dell’anno”. Lo ha affermato Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati (Unhcr) questa mattina all’incontro “Protect People Not Borders”, organizzato all’università Lumsa di Roma dal gruppo di studenti “Good morning youth”.
Sami ha citato il dramma dell’aumento delle vittime per ribadire l’importanza dell’istituzione di un canale umanitario che permetta a coloro che fuggono da guerre e violenza di richiedere l’asilo in Italia e in Europa senza rischiare la vita. Nonostante l’importanza di “canaIi legali per la richiesta di asilo”, “ai vertici europei ci si concentra sulla tutela dei confini”, ha spiegato la portavoce dell’Unhcr agli studenti. Sami ha poi affermato che “le agenzie dell’Onu non sono più – come si crede - una soluzione”, “vediamo accolti con indifferenza gli appelli che facciamo, siamo obbligati a lavorare con il 40 per cento del budget necessario”. “Oggi si parla di rifugiati ma non delle guerre che costringono alla fuga, che vengono date per scontate - ha concluso Sami – manca la pressione dell’opinione pubblica per la pace”.
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