Un Tribunale del Cairo ha confermato la condanna a morte di 14 dirigenti dei Fratelli Musulmani, fra cui la Guida suprema Mohamed Badie, per l'organizzazione di disordini avvenuti nel 2013. La sentenza è appellabile in Cassazione, secondo e ultimo grado di giudizio.
La condanna era stata inflitta il 16 marzo scorso dalla Corte d'assise di Giza (Il Cairo) ed è passata al vaglio segreto e non-vincolante del Gran Muftì, la massima autorità religiosa egiziana.
Il processo, uno degli oltre 30 cui è sottoposto Badie, è noto come quello della "Sala operativa di Rabaa" allestita per coordinare la reazione alla deposizione del presidente Mohamed Morsi.
A Badie, condannato già a tre ergastoli, era stata inflitta una condanna a morte commutata in carcere a vita per disordini scoppiati alla moschea di Istiqama.
Oltre alle 14 condanne a morte, di cui due in contumacia, contro i dirigenti dei Fratelli Musulmani, la Corte d'assise del Cairo ha inflitto anche 37 ergastoli. Lo riferiscono fonti al tribunale e la tv di Stato.
L'accusa aveva sostenuto che la "Sala operativa" creata dopo la sanguinosa dispersione dei sit-in di protesta formati nell'agosto 2013 in due piazze del Cairo, fra cui quella di Rabaa al-Adawiya, puntava a seminare il caos nel paese pianificando attacchi contro chiese e commissariati di polizia.
Fra i condannati all'ergastolo, di cui 14 sono contumaci, c'è anche Mohamed Soltan, figlio di Salah, un dirigente di spicco della Confraternita. L'uomo è in sciopero della fame da molti mesi, secondo almeno quanto riferiscono siti egiziani che definiscono la sua protesta come la più lunga di questo tipo in Egitto.
L'uomo ha anche la cittadinanza americana ma si rifiuta di cedere quella egiziana e quindi di sperare in un'espulsione seguendo uno schema che era stato ipotizzato per il giornalista egitto-canadese del processo Al Jazeera, Mohamed Fahmy, ora libero su cauzione in attesa di giudizio.
Oltre a Soltan, fra i condannati c'è anche un altro egiziano con doppia cittadinanza americana: Jihad Haddad, un ex consigliere del deposto presidente Mohamed Morsi.
Il processo, uno degli oltre 30 cui è sottoposto Badie, è noto come quello della "Sala operativa di Rabaa" allestita per coordinare la reazione alla deposizione del presidente Mohamed Morsi.
A Badie, condannato già a tre ergastoli, era stata inflitta una condanna a morte commutata in carcere a vita per disordini scoppiati alla moschea di Istiqama.
Oltre alle 14 condanne a morte, di cui due in contumacia, contro i dirigenti dei Fratelli Musulmani, la Corte d'assise del Cairo ha inflitto anche 37 ergastoli. Lo riferiscono fonti al tribunale e la tv di Stato.
L'accusa aveva sostenuto che la "Sala operativa" creata dopo la sanguinosa dispersione dei sit-in di protesta formati nell'agosto 2013 in due piazze del Cairo, fra cui quella di Rabaa al-Adawiya, puntava a seminare il caos nel paese pianificando attacchi contro chiese e commissariati di polizia.
Fra i condannati all'ergastolo, di cui 14 sono contumaci, c'è anche Mohamed Soltan, figlio di Salah, un dirigente di spicco della Confraternita. L'uomo è in sciopero della fame da molti mesi, secondo almeno quanto riferiscono siti egiziani che definiscono la sua protesta come la più lunga di questo tipo in Egitto.
L'uomo ha anche la cittadinanza americana ma si rifiuta di cedere quella egiziana e quindi di sperare in un'espulsione seguendo uno schema che era stato ipotizzato per il giornalista egitto-canadese del processo Al Jazeera, Mohamed Fahmy, ora libero su cauzione in attesa di giudizio.
Oltre a Soltan, fra i condannati c'è anche un altro egiziano con doppia cittadinanza americana: Jihad Haddad, un ex consigliere del deposto presidente Mohamed Morsi.
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