Le autorità di Kiev non riescono a spiegare alla popolazione per quale motivo c'è una guerra nel Donbass. I cittadini che sono stati richiamati nell'esercito temono per la propria vita e sono alla ricerca di modi per disertare o eludere la mobilitazione, scrive il “Washington Post.”
Gli ucraini preferiscono la detenzione in carcere per eludere il servizio militare piuttosto che prendere parte ai combattimenti nell'est dell'Ucraina, scrive il "Washington Post".
Anche quegli ucraini che hanno preso parte alle proteste di Maidan alla fine del 2013 e all'inizio del 2014 non vogliono arruolarsi nell'esercito perché temono per la propria vita.
"Mi farò 3 anni di carcere, dove mi daranno da mangiare e sarò sicuro di non arruolarmi. Questo governo è al potere da 1 anno, ma abbiamo ancora bisogno di lavorare 2 giorni per comprare una pagnotta di pane. Io non voglio combattere per questo governo,"— il "Washington Post" riporta le parole del 26enne metalmeccanico Andrej di Slavyansk, che è stato richiamato a marzo.
"Abbiamo combattuto per l'indipendenza e per il diritto di vivere e lavorare nella propria regione. Quando è arrivato l'esercito, ci ha bombardato per 2 mesi di fila: adesso devo andare a combattere per loro? Non ci penso nemmeno,"— conclude Andrej.
Anche quegli ucraini che hanno preso parte alle proteste di Maidan alla fine del 2013 e all'inizio del 2014 non vogliono arruolarsi nell'esercito perché temono per la propria vita.
"Ho da tempo deciso che non risponderò alla chiamata. Non sono assolutamente interessato a prendere parte a questo conflitto. Non voglio riempire la lista delle vittime,"— il "Washington Post" cita le parole del 25enne Igor, attivista di una ONG a Kiev.
"Non capiamo perchè stiamo combattendo, il governo non dice alla gente lo scopo di questa guerra",— vengono citate le parole di Alexey Arestovich, il quale rileva che anche dopo oltre 1 anno ancora oggi le autorità si rifiutano di definire ufficialmente il conflitto nel Donbass con la parola "guerra".
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