Sarebbero almeno una trentina le vittime civili di un bombardamento che ha colpito, nella notte, un caseificio nella zona di Hodeida, nell’ovest nel paese: a denunciarlo è il governatore della provincia omonima Hassan Ahmed al Hai, secondo cui ci sarebbero anche un’ottantina di feriti evacuati verso l’ospedale 22 maggio. A causare un così alto numero di vittime, secondo la stampa locale, sarebbe stata l’esplosione di una bombola del gas centrata da un ordigno.
Le circostanze dell’episodio tuttavia, restano confuse e le parti attive nel conflitto – i ribelli Houthi da un lato e la coalizione a guida saudita dall’altro – si rinfacciano la responsabilità dell’accaduto.
Ma nell’ultima settimana, dall’inizio cioè dell’offensiva militare ‘Decisive storm’ sul paese, sono almeno 62 i bambini uccisi e 30 quelli feriti. Lo riferisce l’Unicef, che denuncia come la violenza “stia terrorizzando i piccoli” e chiede che “le parti nel conflitto devono fare tutto il possibile per garantire la loro sicurezza”.
Nonostante gli appelli, tuttavia, per gli operatori umanitari l’accesso alle zone colpite dai bombardamenti è sempre più difficile, come riferisce Medici senza frontiere in un comunicato: “Dobbiamo trovare al più presto il modo di far arrivare aiuti umanitari e personale all’interno del paese. Ma la chiusura di tutti gli aeroporti internazionali a Sana’a, Aden e Hodeida e le pesanti restrizioni ai porti, stanno ostacolando la fornitura di assistenza umanitaria”.
Le operazioni della coalizione araba iniziate, il 26 marzo sulla capitale Sana’a e nel nord, a Saada, roccaforte della ribellione, si sono estese a 13 governatorati su 22.
Ma nell’ultima settimana, dall’inizio cioè dell’offensiva militare ‘Decisive storm’ sul paese, sono almeno 62 i bambini uccisi e 30 quelli feriti. Lo riferisce l’Unicef, che denuncia come la violenza “stia terrorizzando i piccoli” e chiede che “le parti nel conflitto devono fare tutto il possibile per garantire la loro sicurezza”.
Nonostante gli appelli, tuttavia, per gli operatori umanitari l’accesso alle zone colpite dai bombardamenti è sempre più difficile, come riferisce Medici senza frontiere in un comunicato: “Dobbiamo trovare al più presto il modo di far arrivare aiuti umanitari e personale all’interno del paese. Ma la chiusura di tutti gli aeroporti internazionali a Sana’a, Aden e Hodeida e le pesanti restrizioni ai porti, stanno ostacolando la fornitura di assistenza umanitaria”.
Le operazioni della coalizione araba iniziate, il 26 marzo sulla capitale Sana’a e nel nord, a Saada, roccaforte della ribellione, si sono estese a 13 governatorati su 22.
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