Tiscali News
Venerdì scorso Toufik Chtouki, 28 anni, immigrato irregolare marocchino, si è gettato nell'Arno per salvare la vita di un turista francese
"Sei un eroe", gli hanno gridato venerdì scorso decine di fiorentini affacciati sull'Arno. Poco prima Toufik Chtouki, 28 anni, immigrato irregolare marocchino, si era gettato nel fiume e aveva salvato la vita di un turista venticinquenne francese che, mentre scattava una foto, era caduto in acqua.
Ma adesso l'eroe Toufik rischia di essere espulso. E', appunto, un irregolare. E ha anche un piccolo precedente per spaccio di stupefacenti. La sua sorte è nelle mani del prefetto di Firenze al quale, poco fa, è stato lanciato un appello tramite Charge.org.
Succede proprio nel giorno in cui la Commissione europea decide sulle "quote" (anche se si preferisce non chiamarle così) di rifugiati da distribuire tra i Paesi dell'Unione. "Quote" nelle quali Toufik e tutti quelli nella sua condizione non possono rientrare e non rientreranno mai. Si tratta, infatti, di persone che non hanno alcun titolo per poter essere riconosciute come rifugiati.
Toufik non fuggiva da alcuna guerra quando quattro anni fa giunse in Italia dopo aver raggiunto l'Europa sbarcando da una carretta del mare approdata in Grecia. Cercava, come ha spiegato, "una vita normale, senza miseria". E anche la possibilità immediata di guadagnare un po' di soldi da inviare a Kelaa des Sraghna, una città a 70 chilometri da Marrakech, dove vivono il padre, la madre e quattro fratelli più piccoli.
Arrivato a Firenze ha cominciato ad arrangiarsi col commercio ambulante, vendendo selfie stick, poster e ombrelli ai turisti. E, in un'occasione, violando la legge. "Ho sbagliato - ha ammesso - ma a volte si sbaglia per fame".
Dopo essersi buttato nell'Arno, Toufik ha raggiunto il ragazzo francese, l'ha afferrato e l'ha portato in salvo, fino a un pilone dove assieme hanno atteso l'arrivo dei vigili del fuoco. Sono anche arrivati i carabinieri che gli hanno stretto la mano, si sono complimentati. Ma poi, perché la legge è legge, l'hanno condotto in caserma dove è risultato che l'eroe non aveva le carte in regola. In casi come questi l'espulsione è automatica.
Una vicenda imbarazzante. Una dimostrazione emblematica del fatto che, a volte, l'applicazione della legge non corrisponde alla giustizia sostanziale. Ma forse, in un caso del genere, il prefetto può trovare una scappatoia. Ed è quanto chiede l'appello. "Il gesto di questo ragazzo – sostengono i suoi autori - non deve passare inosservato: al di là dell'eroismo dimostrato, la sua azione può servire a rappacificare i cuori in questi giorni di grandi problemi relativi ai flussi migratori. Come si è visto in questo caso, conta sempre l'uomo e non la nazionalità. Diamogli una possibilità per ricominciare".