Un girone infernale. Così il rapporto pubblicato da Amnesty International (Death Everywhere: War Crimes and Human Rights Abuses in Aleppo) descrive la città di Aleppo, fulcro dei più cruenti scontri tra l’esercito siriano fedele a Bashar Al-Assad e i ribelli.
Secondo la Ong umanitaria, che denuncia una situazione in cui i crimini di guerra e contro l’umanità sono all’ordine del giorno, le truppe governative fanno metodicamente ricorso ai barili-bomba, ordigni artigianali fatti di barili pieni di esplosivo, proiettili, metallo, chiodi. Lanciati dagli elicotteri, hanno effetti particolarmente devastanti.
Philip Luther, Direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa di Amnesty International: “Spesso il problema è che i barili bomba colpiscono lo stesso posto” dice. “Sono i cosiddetti bombardamenti a ripetizione, nei quali a un primo bombardamento ne segue un secondo, 15/30 minuti dopo, che uccide tutti coloro che sono andati in aiuto dei feriti del primo attacco”.
Secondo il rapporto gli attacchi sono condotti intenzionalmente contro la popolazione civile, prendendo di mira ospedali, scuole, luoghi di culto o mercati. Ospedali e scuole si sono dunque trasferiti in bunker e rifugi sotterranei.
Il Presidente Bashar Al-Assad aveva categoricamente negato, meno di due mesi fa, sia le vittime civili sia l’uso da parte dell’esercito di barili-bomba.
Secondo Amnesty, nel solo mese di aprile sono stati almeno 110 i civili uccisi in una ottantina di attacchi. L’organizzazione non governativa sottolinea inoltre che violenze e torture sono messe in pratica tanto dai militari di Damasco quanto dalle truppe ribelli.
Secondo la Ong umanitaria, che denuncia una situazione in cui i crimini di guerra e contro l’umanità sono all’ordine del giorno, le truppe governative fanno metodicamente ricorso ai barili-bomba, ordigni artigianali fatti di barili pieni di esplosivo, proiettili, metallo, chiodi. Lanciati dagli elicotteri, hanno effetti particolarmente devastanti.
Philip Luther, Direttore del programma Medio Oriente e Nord Africa di Amnesty International: “Spesso il problema è che i barili bomba colpiscono lo stesso posto” dice. “Sono i cosiddetti bombardamenti a ripetizione, nei quali a un primo bombardamento ne segue un secondo, 15/30 minuti dopo, che uccide tutti coloro che sono andati in aiuto dei feriti del primo attacco”.
Secondo il rapporto gli attacchi sono condotti intenzionalmente contro la popolazione civile, prendendo di mira ospedali, scuole, luoghi di culto o mercati. Ospedali e scuole si sono dunque trasferiti in bunker e rifugi sotterranei.
Il Presidente Bashar Al-Assad aveva categoricamente negato, meno di due mesi fa, sia le vittime civili sia l’uso da parte dell’esercito di barili-bomba.
Secondo Amnesty, nel solo mese di aprile sono stati almeno 110 i civili uccisi in una ottantina di attacchi. L’organizzazione non governativa sottolinea inoltre che violenze e torture sono messe in pratica tanto dai militari di Damasco quanto dalle truppe ribelli.
Scarica il Rapporto:
Roma - La città siriana di Aleppo è un "girone infernale" dove la popolazione civile subisce "sofferenze insopportabili", costretta a vivere "sotto terra" a causa del continuo uso di barili-bomba da parte delle forze governative, di rapimenti e torture praticati tanto dal regime quanto dalle forze armate d'opposizione: questo il quadro che emerge da un nuovo rapporto dell'ong umanitaria Amnesty International (Ai).
Il rapporto, intitolato "Morte ovunque: crimini di guerra e altre violazioni dei diritti umani ad Aleppo", fornisce "un quadro particolarmente angosciante delle devastazioni e delle stragi causate dai barili-bomba, pieni di esplosivi e frammenti metallici, lanciati dalle forze governative su scuole, ospedali, moschee e mercati affollati", come si legge sul sito di Amnesty, che cita testimoni che descrivono cadaveri in pezzi e di feriti martoriati dagli effetti di questo tipo di arma.
"Molti ospedali e scuole sono stati trasferiti in seminterrati e bunker sotterranei per ragioni di sicurezza.
"Le atrocità dilaganti, soprattutto raid aerei feroci e disumani su zone residenziali da parte delle forze governative, hanno reso sempre più insopportabile la vita per la popolazione di Aleppo - spiega Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty, citato dal sito -. Questi attacchi continui e riprovevoli sulle aree civili fanno parte di una strategia politica che intende colpire di proposito e senza sosta i civili con attacchi che costituiscono crimini di guerra e contro l'umanità".
"Nell'aprile 2015 - prosegue il documento - sono stati registrati non meno di 85 attacchi che hanno causato la morte di almeno 110 civili. Il governo, tuttavia, non ha ammesso neanche una vittima civile e, in un'intervista del febbraio 2015, il presidente Bashar al-Assad ha negato categoricamente che le sue forze abbiano mai usato i barili-bomba".
Il rapporto denuncia infine il "massiccio ricorso alla tortura, agli arresti arbitrari e ai rapimenti da parte sia delle forze governative che dei gruppi d'opposizione armata".
Rinnova inoltre la richiesta al governo Damasco di "porre termine ad arresti, detenzioni arbitrarie e sparizioni forzate e ai gruppi armati di cessare di rapire e prendere in ostaggio i civili".
"Molti ospedali e scuole sono stati trasferiti in seminterrati e bunker sotterranei per ragioni di sicurezza.
"Le atrocità dilaganti, soprattutto raid aerei feroci e disumani su zone residenziali da parte delle forze governative, hanno reso sempre più insopportabile la vita per la popolazione di Aleppo - spiega Philip Luther, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty, citato dal sito -. Questi attacchi continui e riprovevoli sulle aree civili fanno parte di una strategia politica che intende colpire di proposito e senza sosta i civili con attacchi che costituiscono crimini di guerra e contro l'umanità".
"Nell'aprile 2015 - prosegue il documento - sono stati registrati non meno di 85 attacchi che hanno causato la morte di almeno 110 civili. Il governo, tuttavia, non ha ammesso neanche una vittima civile e, in un'intervista del febbraio 2015, il presidente Bashar al-Assad ha negato categoricamente che le sue forze abbiano mai usato i barili-bomba".
Il rapporto denuncia infine il "massiccio ricorso alla tortura, agli arresti arbitrari e ai rapimenti da parte sia delle forze governative che dei gruppi d'opposizione armata".
Rinnova inoltre la richiesta al governo Damasco di "porre termine ad arresti, detenzioni arbitrarie e sparizioni forzate e ai gruppi armati di cessare di rapire e prendere in ostaggio i civili".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.