Napoli - Le ultime stime dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati (UNHCR) afferma che nel solo 2014 sono morte 1.889 persone nel Mediterraneo mentre cercavano di giungere in Europa in modo irregolare, 1.600 delle quali nel periodo estivo. In questo scenario, che si arricchisce continuamente di nuove centinaia di morti e di migliaia di sbarchi, si svolgerà a Napoli da lunedì a venerdì prossimi una settimana di incontri, riflessioni e approfondimenti sui flussi migratori che stanno interessando il Mediterraneo e che porterà alla firma della 'Carta di Napoli sull'immigrazione' con una serie di nuove proposte da presentare al Governo italiano e alle istituzioni dell''UE.
L'iniziativa comincia lunedì 11 maggio nella sede dell'Università Orientale di Napoli a Palazzo du Mesnil e inaugura le attività del 'Centro di eccellenza Jean Monnet sui diritti dei migranti nel Mediterraneo', diretto dal professore Giuseppe Cataldi. Tra gli argomenti affrontati, le prospettive storiche e sociologiche dei flussi migratori nel Mediterraneo; Migrazioni e nuove forme di appartenenza nella letteratura araba contemporanea; i migranti visti e rappresentati dai media; Diritto d''asilo e rifugiati; la questione 'migrazioni', analizzata nella prospettiva storica, 'post-colonialistica', delle relazioni internazionali e della cittadinanza e dei diritti economici e sociali dei migranti.
Al termine delle giornate di approfondimento, sulla base di questionari già inviati a tutti gli "operatori" e del dibattito che coinvolgerà rappresentanti delle Forze di Polizia impegnate nelle operazioni di soccorso ai migranti in mare (Capitaneria, Guardia di Finanza, Marina), degli Armatori, dell'associazionismo, delle organizzazioni internazionali con competenze in materia, di esperti indipendenti e di accademici - si redigerà la "Carta di Napoli" (The Charter of Naples: The Way Forward to Deal with Migration in the Mediterranean Sea) sulle nuove proposte in tema di immigrazione da presentare al governo italiano e alle istituzioni dell'UE.
"L''Italia e l''Ue - spiega il prof. Giuseppe Cataldi - hanno il dovere dell''accoglienza, non solo in applicazione di obblighi internazionali, ma piuttosto alla luce della loro stessa identità. Siamo obbligati alla solidarietà non per una questione umanitaria, che sarebbe già sufficiente, ma perché questa è l''Europa e questi sono gli ideali sui quali si fondano le norme che regolano il nostro stare insieme e il nostro comune patrimonio culturale ed ideale. Le continue tragedie piuttosto, dimostrano che l''Europa reale è molto lontana da quell''Europa "spazio di libertà" che i fondatori dell''Unione sognarono, vollero e costruirono".
di Francesco Tedesco
di Francesco Tedesco
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