Nuova esecuzione di massa in un carcere iraniano. Ventidue detenuti, condannati a morte per traffico di droga, sono stati impiccati nel carcere di Ghezel Hesar, la più grande prigione della Repubblica islamica situata a Karaj, 20 chilometri a nord di Teheran. Secondo Iran Human Rights (Ihr), organizzazione che si batte contro la pena di morte in Iran, le esecuzioni sono state eseguite ieri, anche se è possibile che alcuni dei detenuti possano essere stati impiccati domenica.
I 22 detenuti erano stati trasferiti nella quarantena della prigione a seguito di una manifestazione non autorizzata alla quale venerdì avevano preso parte decine di prigionieri rinchiusi nell'Unità 2 di Ghezel Hesar, il braccio della morte del carcere, dove al momento sono detenute circa duemila persone. I detenuti avevano rivolto un appello alla Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, chiedendo la commutazione della pena di morte nell'ergastolo. La manifestazione - ha riferito Ihr - è stata pacifica.
Secondo Ihr, nelle ultime tre settimane sono stati 44 i detenuti giustiziati nel solo carcere di Karaj. Altre due esecuzioni di massa, infatti, hanno avuto luogo il 6 e il 21 maggio. In entrambe le occasioni 11 prigionieri accusati di narcotraffico sono stati impiccati. Alcuni di loro erano stati protagonisti di una rivolta scoppiata a Ghezel Hesar lo scorso anno. La notizia delle esecuzioni di massa - ha precisato Ihr - non è stata confermata da alcun media ufficiale della Repubblica islamica. "La maggior parte di questi prigionieri è stata sottoposta a processi irregolari e le loro condanne a morte sono state emesse sulla base di confessioni estorte sotto tortura", ha affermato in una nota il portavoce di Ihr, Mahmood Amiry-Moghaddam. "Ci appelliamo alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale - ha concluso - perché agiscano per fermare queste esecuzioni di massa".
Secondo Ihr, nelle ultime tre settimane sono stati 44 i detenuti giustiziati nel solo carcere di Karaj. Altre due esecuzioni di massa, infatti, hanno avuto luogo il 6 e il 21 maggio. In entrambe le occasioni 11 prigionieri accusati di narcotraffico sono stati impiccati. Alcuni di loro erano stati protagonisti di una rivolta scoppiata a Ghezel Hesar lo scorso anno. La notizia delle esecuzioni di massa - ha precisato Ihr - non è stata confermata da alcun media ufficiale della Repubblica islamica. "La maggior parte di questi prigionieri è stata sottoposta a processi irregolari e le loro condanne a morte sono state emesse sulla base di confessioni estorte sotto tortura", ha affermato in una nota il portavoce di Ihr, Mahmood Amiry-Moghaddam. "Ci appelliamo alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale - ha concluso - perché agiscano per fermare queste esecuzioni di massa".
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