Diffuso un rapporto della ong Human Rights Watch. Le bombe sono di produzione Usa.
Human Rights Watch ha accusato l'Arabia Saudita di aver usato bombe a grappolo, fornite dagli Usa, nei bombardamenti in corso sullo Yemen dal 26 marzo scorso.
Human Rights Watch, associazione governativa con sede a New York, ha stilato un documento corredato di fotografie, filmati e testimonianze diffuso dal New York Times e dalla Cnn. In esso, l'ong rivolge l'accusa non solo a Riad, ma anche a Washington, responsabile di aver fabbricato e fornito all'alleato saudita le bombe a grappolo.
Le bombe sarebbero state usate dalla coalizione saudita nella provincia yemenita di Saada, roccaforte degli Houthi, in almeno due occasioni. Non è ancora chiaro se abbiano provocato vittime.
Ogni bomba a frammentazione rilascia sul terreno trecento piccoli ordigni (nel caso del modello Cbu-105), ognuno dei quali è una mina antiuomo. Ordigni che si distribuiscono in un'area larga anche centinaia di metri e che possono esplodere anche ad anni di distanza. Alla Convenzione di Dublino che le ha messe al bando, esattamente sette anni fa, hanno aderito subito 111 Paesi. Le nazioni aderenti hano preso l'impegno di non usare, produrre, acquistare, trasferire ad altri le bombe a grappolo. Ma alla Convenzione di Dublino non hanno aderito né gli Stati Uniti nè l'Arabia Saudita.
Solo sabato scorso gli Houthi avevano fatto un appello all'Onu perché chiedesse di bloccare i bombardamenti. Nel fine settimana, invece, si sono intensificati gli attacchi contro gli insorti che hanno da tempo conquistato la capitale Sana'a e che da circa venti giorni stanno assediando la seconda città più importante dello Yemen, Aden. Uno scenario di guerra che vede su posizioni contrapposte Iran e Stati Uniti, anche se Teheran è solo sostenitore diplomatico degli Houthi, e non ci sono prove che abbia dato un sostegno militare.
Le bombe sarebbero state usate dalla coalizione saudita nella provincia yemenita di Saada, roccaforte degli Houthi, in almeno due occasioni. Non è ancora chiaro se abbiano provocato vittime.
Ogni bomba a frammentazione rilascia sul terreno trecento piccoli ordigni (nel caso del modello Cbu-105), ognuno dei quali è una mina antiuomo. Ordigni che si distribuiscono in un'area larga anche centinaia di metri e che possono esplodere anche ad anni di distanza. Alla Convenzione di Dublino che le ha messe al bando, esattamente sette anni fa, hanno aderito subito 111 Paesi. Le nazioni aderenti hano preso l'impegno di non usare, produrre, acquistare, trasferire ad altri le bombe a grappolo. Ma alla Convenzione di Dublino non hanno aderito né gli Stati Uniti nè l'Arabia Saudita.
Solo sabato scorso gli Houthi avevano fatto un appello all'Onu perché chiedesse di bloccare i bombardamenti. Nel fine settimana, invece, si sono intensificati gli attacchi contro gli insorti che hanno da tempo conquistato la capitale Sana'a e che da circa venti giorni stanno assediando la seconda città più importante dello Yemen, Aden. Uno scenario di guerra che vede su posizioni contrapposte Iran e Stati Uniti, anche se Teheran è solo sostenitore diplomatico degli Houthi, e non ci sono prove che abbia dato un sostegno militare.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.