Non sono vittime di un naufragio: i loro corpi senza vita trovati a bordo dei barconi soccorsi, forse morti di stenti o per la grande calca. In acqua anche unità navali europee. Sul sistema delle quote Ue arriva il giudizio negativo del Vaticano: “Poco umano, ci vuole un programma”
Roma – Ancora morti in mare, ma stavolta sulle imbarcazioni e non in acqua. Diciassette le persone morte che gli uomini della nave “Fenice” della Marina militare hanno trovato su vari natanti in difficoltà e alla deriva al largo delle coste libiche. Si trattava di nove barconi e tredici gommoni, a bordo dei quali sono state soccorse 217 migranti e recuperati i cadaveri di altri 17. Non si è trattato dunque di un naufragio, ma le persone – secondo le prime informazioni – potrebbero essere morte di stenti o forse soffocate o calpestate a causa del sovraffollamento a bordo dei barconi. Nelle ultime ore sono state complessivamente diciassette operazioni di soccorso, sotto il coordinamento del centro nazionale di soccorso della Guardia costiera, che ha portato al salvataggio di circa 4 mila persone.
Le richieste di aiuto sono state effettuate da telefoni satellitari e le unità impegnate nei soccorsi fanno capo alla Guardia costiera, alla Marina militare italiana, alla Guardia di finanza, ma anche alle marine militari irlandese e tedesca, inquadrate nel dispositivo Triton. Anche alcuni mercantili sono stati dirottati nel luogo dei soccorsi dal centro nazionale di soccorso.
Frattanto, il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, alla Radio Vaticana ha definito non umano il sistema della ripartizione dei rifugiati tra i Paesi della Ue secondo quote: "L'Europa – ha affermato - non ha mai avuto un programma. Adesso hanno fatto le quote per i rifugiati e io trovo questa decisione veramente poco umana e poco cristiana. L'immigrazione è un problema che bisogna affrontare non nell'emergenza: bisogna avere un programma. E' una realtà che c'è e ci sarà sempre di più. Quali sono le cause delle immigrazioni e le cause dei rifugiati? Per le migrazioni, la povertà. Per i rifugiati, le guerre. Finché ci saranno povertà e guerre nulla cambierà". Anche papa Francesco ha nuovamente fatto riferimento alle tragedie del mare Mediterraneo: incontrando l’associazione Scienza & Vita ha parlato dei tanti attacchi al valore della vita affermando che “è un attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel Canale di Sicilia".
Frattanto, il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, alla Radio Vaticana ha definito non umano il sistema della ripartizione dei rifugiati tra i Paesi della Ue secondo quote: "L'Europa – ha affermato - non ha mai avuto un programma. Adesso hanno fatto le quote per i rifugiati e io trovo questa decisione veramente poco umana e poco cristiana. L'immigrazione è un problema che bisogna affrontare non nell'emergenza: bisogna avere un programma. E' una realtà che c'è e ci sarà sempre di più. Quali sono le cause delle immigrazioni e le cause dei rifugiati? Per le migrazioni, la povertà. Per i rifugiati, le guerre. Finché ci saranno povertà e guerre nulla cambierà". Anche papa Francesco ha nuovamente fatto riferimento alle tragedie del mare Mediterraneo: incontrando l’associazione Scienza & Vita ha parlato dei tanti attacchi al valore della vita affermando che “è un attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel Canale di Sicilia".
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.