Telefonata di fuoco tra il prefetto Morcone e Rollandin. “Abbiamo chiesto di accogliere 79 persone su 74 Comuni: una persona per Comune e tre ad Aosta. Niente da fare”. Rollandin: “Non è una questione ideologica, mancano le giuste condizioni”
Regione e governo ai ferri corti sui migranti. Dopo il nuovo «no» arrivato dalla Valle d'Aosta all'assegnazione di ulteriori persone sul suo territorio, stamattina - in diretta radiofonica su Radio Rai 1 durante la trasmissione "Radio Anch'io" - il prefetto Mario Morcone, capo dipartimento del ministero della Cooperazione internazione e Integrazione, si è sfogato, tirando in ballo il presidente della Regione Augusto Rollandin: «Questo è un caso emblematico. Ieri ho avuto una telefonata, anche abbastanza vivace, con il presidente della Regione Valle d'Aosta. Visto che esercita anche funzioni prefettizie, almeno per questa fettina di responsabilità, mi permetto di dire che è un collega, spero non si spiacerà. Abbiamo chiesto di accogliere 79 persone in Valle d'Aosta, su 74 Comuni. Significa una persona per Comune e tre ad Aosta. Non c'è stato niente da fare. Abbiamo avuto una mail assolutamente di chiusura».
Morcone non ha lesinato critiche: «Credo che questo sia profondamente sbagliato e che dia anche segnali sbagliati ai nostri cittadini». I 79 migranti erano stati assegnati alla Valle dal ministero dell'Interno nell'ambito dei 499 destinati anche alla Liguria e al Piemonte. Nella comunicazione formale inviata alla direzione centrale dei servizi civili per l'immigrazione e l'asilo, Rollandin ha spiegato che la Valle si trova nella «assoluta impossibilità» a «garantire posti di accoglienza temporanea che rispondano a criteri di sostenibilità e di dignità, oltre ai 62 posti già occupati» e ha aggiunto che «una ricerca di eventuali altri posti presso i 74 Comuni della Regione» ha «sortito esito negativo».
La questione è anche rimbalzata nel Consiglio regionale riunito in queste ore. In risposta ad una interpellanza presentata dal consigliere del Pd-Sinistra Vda Jean-Pierre Guichardaz, Rollandin ha precisato: «Perché si possano accogliere queste persone esistono determinati requisiti. Noi abbiamo fatto sapere al governo che questi requisiti non ci sono. Non è una mancanza di sensibilità. Al prefetto Morcone ho ribadito queste motivazioni. Noi riteniamo che se accoglienza ci deve essere, debba essere organizzata in giuste condizioni di accoglienza vera, non si pensare di gestire delle persone piazzandole da qualche parte. Non ci sono questioni ideologiche e non abbiamo paura di risponderne in qualsiasi sede».
Poi il presidente della Regione ha puntato Bruxelles: «Il problema deve essere affrontato non solo a livello nazionale ma anche europeo. Quando ci sono urgenze l’Europa non c’è mai. Fanno convegni di tre giorni sulle etichette dell’olio di oliva, ma sul problema dei migranti non c’è alcun supporto. Noi come Valle d’Aosta ci stiamo muovendo nella stessa direzione delle altre regioni, tutte stanno facendo pressione perché la questione venga affrontata in maniera diversa e seria».
Morcone non ha lesinato critiche: «Credo che questo sia profondamente sbagliato e che dia anche segnali sbagliati ai nostri cittadini». I 79 migranti erano stati assegnati alla Valle dal ministero dell'Interno nell'ambito dei 499 destinati anche alla Liguria e al Piemonte. Nella comunicazione formale inviata alla direzione centrale dei servizi civili per l'immigrazione e l'asilo, Rollandin ha spiegato che la Valle si trova nella «assoluta impossibilità» a «garantire posti di accoglienza temporanea che rispondano a criteri di sostenibilità e di dignità, oltre ai 62 posti già occupati» e ha aggiunto che «una ricerca di eventuali altri posti presso i 74 Comuni della Regione» ha «sortito esito negativo».
La questione è anche rimbalzata nel Consiglio regionale riunito in queste ore. In risposta ad una interpellanza presentata dal consigliere del Pd-Sinistra Vda Jean-Pierre Guichardaz, Rollandin ha precisato: «Perché si possano accogliere queste persone esistono determinati requisiti. Noi abbiamo fatto sapere al governo che questi requisiti non ci sono. Non è una mancanza di sensibilità. Al prefetto Morcone ho ribadito queste motivazioni. Noi riteniamo che se accoglienza ci deve essere, debba essere organizzata in giuste condizioni di accoglienza vera, non si pensare di gestire delle persone piazzandole da qualche parte. Non ci sono questioni ideologiche e non abbiamo paura di risponderne in qualsiasi sede».
Poi il presidente della Regione ha puntato Bruxelles: «Il problema deve essere affrontato non solo a livello nazionale ma anche europeo. Quando ci sono urgenze l’Europa non c’è mai. Fanno convegni di tre giorni sulle etichette dell’olio di oliva, ma sul problema dei migranti non c’è alcun supporto. Noi come Valle d’Aosta ci stiamo muovendo nella stessa direzione delle altre regioni, tutte stanno facendo pressione perché la questione venga affrontata in maniera diversa e seria».
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