L’emergenza umanitaria scatenata dall’autoproclamato Stato Islamico è gigantesca. Un appello alla comunità internazionale per un maggiore impegno viene dal Forum economico mondiale per il Medio Oriente e il Nord Africa che si svolge in Giordania. L’Alto Commissario dell’Onu prer i rifugiati descrive la situazione.
“Penso che nel mondo non ci sia sufficiente consapevolezza del dramma a cui stiamo assistendo – dice Antonio Guterres -. Ci sono attualmente 4 milioni di rifugiati siriani, ma se si considerano Siria e Iraq insieme si contano circa 15 milioni di persone che hanno dovuto abbandonare le loro case e molte di loro vivono in assoluta miseria”.
Il campo di Zaatari a Mafraq, in Giordania, è stato aperto nel 2012 ed ospita attualmente circa 85 mila rifugiati.
“I problemi più grossi qui a Zaatari sono l’acqua e l’elettricità – dice Abu Eissa, un rifugiato -. Per qualche tempo i servizi sono stati forniti. Ma l’elettricità è mancata per cinque o sei mesi. Ci sono persone che soffrono di asma, qui c‘è molta polvere e ci sono tempeste di sabbia. Tutti viviamo in condizione di pericolo”.
Gli aiuti forniti attualmente dalla comunità internazionale per affrontare questa crisi umanitaria non sono sufficienti.
Il campo di Zaatari a Mafraq, in Giordania, è stato aperto nel 2012 ed ospita attualmente circa 85 mila rifugiati.
“I problemi più grossi qui a Zaatari sono l’acqua e l’elettricità – dice Abu Eissa, un rifugiato -. Per qualche tempo i servizi sono stati forniti. Ma l’elettricità è mancata per cinque o sei mesi. Ci sono persone che soffrono di asma, qui c‘è molta polvere e ci sono tempeste di sabbia. Tutti viviamo in condizione di pericolo”.
Gli aiuti forniti attualmente dalla comunità internazionale per affrontare questa crisi umanitaria non sono sufficienti.
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