Il sindacato: "Nel penitenziario di Firenze percentuale di decessi in cella più alta in Italia". Ma per il Garante le morti sono cinque. L'uomo, 55 anni, italiano, seguiva un trattamento per tossicodipendenti
Un detenuto italiano di 55 anni, in trattamento per tossicodipendenti, è morto ieri nel carcere fiorentino di Sollicciano. "E' l'ottavo caso dall'inizio dell'anno nel penitenziario fiorentino", secondo il sindacato Osapp, che "ha la più alta percentuale di decessi in cella sul territorio nazionale e non solo". "Il detenuto - spiega il sindacato - aveva assunto da non molto tempo la prevista quantità di metadone e il malore che lo ha colto è assai probabile che sia stato provocato dalla contemporanea assunzione di altre sostanze come purtroppo già accaduto nello stesso carcere, in particolare nella limitrofa sezione femminile". Il Garante dei detenuti, però, conferma soltanto cinque decessi avvenuti da gennaio ad oggi.
Nonostante gli otto casi in sei mesi, spiega Leo Beneduci, segretario generale del sindacato, la vicenda "non sembrerebbe aver destato particolari preoccupazioni nei vertici locali, regionali e nazionali dell'amministrazione penitenziaria".
Nonostante gli otto casi in sei mesi, spiega Leo Beneduci, segretario generale del sindacato, la vicenda "non sembrerebbe aver destato particolari preoccupazioni nei vertici locali, regionali e nazionali dell'amministrazione penitenziaria".
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