Il 26 giugno, a Ginevra, in Svizzera la Commissione di inchiesta dell’ONU presenta ufficialmente le sue conclusioni sui diritti negati in Eritrea all’United Nations Human ights (Unhr), un rapporto terribile del quale greenreport.it ha già scritto e che svela il perché l’Eritrea si stia svuotando dei suoi giovani che bussano inascoltati alle porte dell’Europa e dell’Italia che pure ha colonizzato quel Paese per poi lasciarlo nelle mani dell’Etiopia e di una guerra di liberazione che invece ha partorito una delle dittature più odiose e crudeli del pianeta
Secondo le 484 pagine del “Report of the commission of inquiry on human rights in Eritrea” della Commissione d’inchiesta Onu sui diritti umani in Eritrea, che raccoglie testimonianze su esecuzioni extragiudiziarie, schiavitù sessuale e lavoro forzato, il governo di Asmara avrebbe commesso «crimini contro l’umanità nei confronti della sua popolazione» e «Gli eritrei non sono governati dalla legge, ma dalla paura».
Il Coordinamento Eritrea Democratica ricorda che «il governo di Asmara è responsabile di clamorose e diffuse violazioni dei diritti umani, che hanno creato un clima di paura in cui il dissenso è represso, un’ampia porzione della popolazione è soggetta a reclusioni e lavoro forzato e lo stato controlla le persone con un ampio apparato che è penetrato in tutti i livelli della società» e il rapporto Unhr conferma che «Le informazioni raccolte attraverso un sistema di controllo pervasivo sono usate in modo assolutamente arbitrario per tenere la popolazione in uno stato di ansia perenne».
Oggi a Ginevra giungeranno da varie parti del mondo migliaia di eritrei per sostenere le conclusioni della Commissione con una manifestazione pacifica e il Coordinamento Eritrea Democratica sottolinea che «Nella diaspora esiste un’altra Eritrea che combatte civilmente e pacificamente contro il regime dittatoriale per realizzare la transizione del proprio Paese verso la democrazia e la dignità. Questa Eritrea, fatta di giovani e di persone che cercano nella democrazia il rispetto delle proprie vite, esprimerà eticamente e dignitosamente il suo appoggio al lavoro svolto dalla commissione Onu. Sta all’Italia e all’Europa decidere quale via imboccare. Gli accordi al buio con Asmara (Processo di Khatoum, aiuto per lo sviluppo su fondo europeo) non possono portare all’affermazione della democrazia in Eritrea, hanno piuttosto il sapore del sostegno al “dittatore amico” per garantire equilibri geopolitici o interessi economici».
Gli eritrei esuli nel nostro Paese chiedono che «L’Italia stia al fianco degli Eritrei Democratici nella lotta di Liberazione contro la dittatura e la violazione dei diritti umani, in Eritrea come in ogni altra parte del mondo. Il Coordinamento Eritrea Democratica, che riunisce diversi gruppi della diaspora in Italia, si pone come alternativa alla dittatura di Isaias Afewerki, per la costruzione di un’Eritrea libera, democratica, rispettosa dei diritti di tutti, aperta al mondo. Siamo un interlocutore valido, un soggetto politico a tutti gli effetti, per le scelte e i progetti che riguardano l’Eritrea».
Se si vuole fermare la fuga dall’Eritrea, le morti nel Mediterraneo che hanno il loro simbolo nella strage di Eritrei di Lampedusa, è su questi democratici che l’Occidente deve puntare, abbandonando al loro destino le dittature “amiche” e restituendo dignità, libertà e speranza a chi fugge per trovarle in un altro Paese.
Il Coordinamento Eritrea Democratica ricorda che «il governo di Asmara è responsabile di clamorose e diffuse violazioni dei diritti umani, che hanno creato un clima di paura in cui il dissenso è represso, un’ampia porzione della popolazione è soggetta a reclusioni e lavoro forzato e lo stato controlla le persone con un ampio apparato che è penetrato in tutti i livelli della società» e il rapporto Unhr conferma che «Le informazioni raccolte attraverso un sistema di controllo pervasivo sono usate in modo assolutamente arbitrario per tenere la popolazione in uno stato di ansia perenne».
Oggi a Ginevra giungeranno da varie parti del mondo migliaia di eritrei per sostenere le conclusioni della Commissione con una manifestazione pacifica e il Coordinamento Eritrea Democratica sottolinea che «Nella diaspora esiste un’altra Eritrea che combatte civilmente e pacificamente contro il regime dittatoriale per realizzare la transizione del proprio Paese verso la democrazia e la dignità. Questa Eritrea, fatta di giovani e di persone che cercano nella democrazia il rispetto delle proprie vite, esprimerà eticamente e dignitosamente il suo appoggio al lavoro svolto dalla commissione Onu. Sta all’Italia e all’Europa decidere quale via imboccare. Gli accordi al buio con Asmara (Processo di Khatoum, aiuto per lo sviluppo su fondo europeo) non possono portare all’affermazione della democrazia in Eritrea, hanno piuttosto il sapore del sostegno al “dittatore amico” per garantire equilibri geopolitici o interessi economici».
Gli eritrei esuli nel nostro Paese chiedono che «L’Italia stia al fianco degli Eritrei Democratici nella lotta di Liberazione contro la dittatura e la violazione dei diritti umani, in Eritrea come in ogni altra parte del mondo. Il Coordinamento Eritrea Democratica, che riunisce diversi gruppi della diaspora in Italia, si pone come alternativa alla dittatura di Isaias Afewerki, per la costruzione di un’Eritrea libera, democratica, rispettosa dei diritti di tutti, aperta al mondo. Siamo un interlocutore valido, un soggetto politico a tutti gli effetti, per le scelte e i progetti che riguardano l’Eritrea».
Se si vuole fermare la fuga dall’Eritrea, le morti nel Mediterraneo che hanno il loro simbolo nella strage di Eritrei di Lampedusa, è su questi democratici che l’Occidente deve puntare, abbandonando al loro destino le dittature “amiche” e restituendo dignità, libertà e speranza a chi fugge per trovarle in un altro Paese.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.