Mentre a Bruxelles il Comitato delle Regioni non ha raggiunto l'accordo sull'approccio all'emergenza migrazione, dai cittadini arriva un segno di sensibilità e consapevolezza forte sul tema. Sono stati più di 390mila gli europei che hanno firmato la petizione su Change.org per chiedere all’Europa di rispondere all’emergenza migranti e fermare le stragi del Mediterraneo. La petizione è stata consegnata al Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz
Sono oltre 390.000 le firme raccolte online su Change.org dall’organizzazione Comitato 3 Ottobre e consegnate al presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, per chiedere alle istituzioni europee misure più efficaci in grado di evitare nuove stragi di migranti nel mar Mediterraneo. La petizione, inoltre, chiede l’apertura di vie legali per garantire un accesso sicuro all'Europa a chi fugge da conflitti e persecuzioni.
La consegna delle firme è avvenuta giovedì al Parlamento europeo da parte di Tareke Brhane, presidente di Comitato 3 Ottobre, l’organizzazione fondata all'indomani del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando 368 persone morirono nel tentativo di raggiungere l'Europa. Alla consegna ha partecipato anche Cecile Kyenge, ex ministro italiano per l’integrazione e attualmente eurodeputata, correlatrice (con la maltese Ppe Roberta Metsola) del rapporto di iniziativa strategico sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'Ue alle migrazioni.
“I rifugiati che arrivano dal Mar Mediterraneo devono essere maggiormente salvaguardati. E’ un problema europeo. Chiediamo più visti temporanei e un ampliamento delle norme sul ricongiungimento familiare,” ha affermato Brhane, “Quello che chiediamo al presidente Schulz è l’apertura di un cordone umanitario europeo che permetta di salvare migliaia e migliaia di vite umane. Le quote di migranti stabilite dall’ultimo piano europeo per l’immigrazione sono un buon inizio, ma bisognerebbe fare di più, concedendo più visti temporanei all’interno dell’Unione. In Europa vivono oggi circa un milione di rifugiati divisi tra 28 paesi, mentre ce ne sono oltre 52 milioni nei paesi extra-europei, molti dei quali affacciano sul Mediteraneo. Solo un esempio: metà della popolazione della Giordania è ormai composta da rifugiati. Un altro punto da migliorare il prima possibile è la politica sui ricongiungimento familiare: bisognerebbe estenderlo subito a tutti i familiari di primo e secondo grado per tutti coloro che già risiedono in Europa.”
La consegna delle firme è avvenuta giovedì al Parlamento europeo da parte di Tareke Brhane, presidente di Comitato 3 Ottobre, l’organizzazione fondata all'indomani del naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando 368 persone morirono nel tentativo di raggiungere l'Europa. Alla consegna ha partecipato anche Cecile Kyenge, ex ministro italiano per l’integrazione e attualmente eurodeputata, correlatrice (con la maltese Ppe Roberta Metsola) del rapporto di iniziativa strategico sulla situazione nel Mediterraneo e la necessità di un approccio globale dell'Ue alle migrazioni.
“I rifugiati che arrivano dal Mar Mediterraneo devono essere maggiormente salvaguardati. E’ un problema europeo. Chiediamo più visti temporanei e un ampliamento delle norme sul ricongiungimento familiare,” ha affermato Brhane, “Quello che chiediamo al presidente Schulz è l’apertura di un cordone umanitario europeo che permetta di salvare migliaia e migliaia di vite umane. Le quote di migranti stabilite dall’ultimo piano europeo per l’immigrazione sono un buon inizio, ma bisognerebbe fare di più, concedendo più visti temporanei all’interno dell’Unione. In Europa vivono oggi circa un milione di rifugiati divisi tra 28 paesi, mentre ce ne sono oltre 52 milioni nei paesi extra-europei, molti dei quali affacciano sul Mediteraneo. Solo un esempio: metà della popolazione della Giordania è ormai composta da rifugiati. Un altro punto da migliorare il prima possibile è la politica sui ricongiungimento familiare: bisognerebbe estenderlo subito a tutti i familiari di primo e secondo grado per tutti coloro che già risiedono in Europa.”
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