L’Eritrea ha difeso la sua controversa politica, che prolunga il servizio di leva dei suoi cittadini fino a trasformarlo in arruolamento permanente. La pratica, che secondo le Nazioni Unite è il principale motivo di fuga degli eritrei dal paese, secondo il governo di Asmara è invece necessaria a causa della minaccia rappresentata dalla vicina Etiopia. Dall’Eritrea ogni mese scappano almeno cinquemila persone, il numero più alto di profughi dopo i siriani.
Il ministro degli esteri di Asmara, in seguito alla pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite sulla violazione dei diritti umani in Eritrea, ha dichiarato che, nonostante la legge nazionale preveda 18 mesi di leva, il governo eritreo ha bisogno di un esercito per difendere la propria indipendenza dalla possibile intromissione della vicina Etiopia. L’Etiopia, secondo il governo eritreo, non rispetta la decisione delle Nazioni Unite sui confini, stabiliti al termine del conflitto tra i due paesi nel 2000. Asmara sostiene che le critiche mosse dalle Nazioni Unite “di fatto negano al popolo eritreo il diritto di difendersi da un nemico con una popolazione 15-20 volte maggiore”.
Nel rapporto, la commissione Onu aveva denunciato violazioni di diritti umani “sistematiche e su vasta scala”, in un paese dove vige “la cultura della paura”, con arresti arbitrari, torture e stupri ed esecuzioni extragiudiziali, e con un’ampia porzione della popolazione soggetta a reclusioni e lavoro forzato. In risposta al rapporto, il governo eritreo ha dichiarato che “non ci sono prove evidenti a sostegno dell’accusa”.
Nel rapporto, la commissione Onu aveva denunciato violazioni di diritti umani “sistematiche e su vasta scala”, in un paese dove vige “la cultura della paura”, con arresti arbitrari, torture e stupri ed esecuzioni extragiudiziali, e con un’ampia porzione della popolazione soggetta a reclusioni e lavoro forzato. In risposta al rapporto, il governo eritreo ha dichiarato che “non ci sono prove evidenti a sostegno dell’accusa”.
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