L'invito di Francesco: riconoscere valori della comune umanità
Roma - "Abbiamo tutti bisogno, per opporci con successo alla barbarie di chi vorrebbe fare di ogni differenza l'occasione e il pretesto di violenze sempre più efferate, di riconoscere i valori fondamentali della comune umanità, valori in nome dei quali si può e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere, permettendo all'insieme delle diverse voci di formare un nobile e armonico canto, piuttosto che urla fanatiche di odio".
E' quanto ha detto Papa Francesco, questa mattina a Sarajevo, durante il suo messaggio di pace pronunciato a margine dell'incontro con il presidente di turno della Bosnia ed Erzegovina, Mladen Ivanic.
"I responsabili politici sono chiamati al nobile compito di essere i primi servitori delle loro comunità con un'azione che salvaguardi in primo luogo i diritti fondamentali della persona umana, tra i quali spicca quello alla libertà religiosa", ha spiegato il Santo Padre. "In tal modo sarà possibile costruire, con concretezza d'impegno, una società più pacifica e giusta, avviando a soluzione, con l'aiuto di ogni componente, i molteplici problemi della vita quotidiana del popolo", ha aggiunto.
Perché ciò avvenga, secondo il Pontefice, "è indispensabile l'effettiva uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e nella sua attuazione, qualunque sia la loro appartenenza etnica, religiosa e geografica": "così tutti indistintamente si sentiranno pienamente partecipi della vita pubblica e, godendo dei medesimi diritti, potranno attivamente dare il loro specifico contributo al bene comune", ha concluso Papa Francesco.
"I responsabili politici sono chiamati al nobile compito di essere i primi servitori delle loro comunità con un'azione che salvaguardi in primo luogo i diritti fondamentali della persona umana, tra i quali spicca quello alla libertà religiosa", ha spiegato il Santo Padre. "In tal modo sarà possibile costruire, con concretezza d'impegno, una società più pacifica e giusta, avviando a soluzione, con l'aiuto di ogni componente, i molteplici problemi della vita quotidiana del popolo", ha aggiunto.
Perché ciò avvenga, secondo il Pontefice, "è indispensabile l'effettiva uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e nella sua attuazione, qualunque sia la loro appartenenza etnica, religiosa e geografica": "così tutti indistintamente si sentiranno pienamente partecipi della vita pubblica e, godendo dei medesimi diritti, potranno attivamente dare il loro specifico contributo al bene comune", ha concluso Papa Francesco.
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