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martedì 28 luglio 2015

Cina da 16 anni i praticanti di Falun Gong che insegnano i principi di verità, compassione e tolleranza sono perseguitati

Epoch TimesDa 16 anni in Cina decine di milioni di persone innocenti stanno subendo una persecuzione brutale, che comprende l'arresto, la tortura, il licenziamento dal lavoro e il lavaggio di cervello. Era il 20 luglio 1999 quando Jiang Zemin, allora leader del Partito Comunista Cinese (Pcc), mobilitò le forze dello Stato per sradicare il Falun Gong e i suoi praticanti.
Il Falun Gong (o Falun Dafa) è una disciplina meditativa che insegna i principi di verità, compassione e tolleranza, ed è stata diffusa pubblicamente nel 1992 in Cina. Secondo il governo cinese nel 1999 c'erano tra i 70 e i 100 milioni di praticanti in Cina, tra cui molti membri di alto livello del Pcc. Jiang lanciò la persecuzione contro il Falun Gong poiché temeva che i suoi insegnamenti avessero la meglio sull'ideologia marxista professata dal regime.

In realtà Jiang temeva di perdere il potere, a cui era decisamente attaccato, e vedeva nel grande numero dei praticanti del Falun Gong – superiore agli iscritti al Pcc – una minaccia alla sua sopravvivenza sulla scena politica. Decise quindi di sradicare la pratica, autonomamente, senza il consenso degli altri membri del Comitato Permanente del Politburo del Pcc, il massimo organo politico in Cina.

Per Jiang «nessun mezzo era eccessivo» nel gestire il Falun Gong e «le morti sarebbero state contate come suicidi», secondo alcuni funzionari del Pcc che hanno disertato. Jiang ha anche istituito l'Ufficio 610, un organo statale extralegale con lo scopo di diffamare la reputazione dei praticanti, rovinarli finanziariamente e distruggerli fisicamente. Secondo il Falun Dafa Information Center oltre 3.800 praticanti sono morti per tortura.

La brutalità della persecuzione ha raggiunto l'apice nella pratica del prelievo forzato d'organi. Nel 2006 l'avvocato per i diritti umani David Matas e l'ex segretario di Stato canadese David Kilgour, hanno condotto in un'indagine indipendente dimostrando che il personale militare e sanitario nelle carceri e negli ospedali cinesi rimuove forzatamente gli organi dei praticanti del Falun Gong ancora in vita per scopo di lucro. Secondo il loro rapporto tra il 2000 e il 2005 quasi 41.500 praticanti sono morti per questo motivo, ma il numero reale potrebbe essere molto più alto.

«Credo che il nostro governo dovrebbe prenderne atto e fare qualcosa. In Commissione dei Diritti umani abbiamo parlato di questi problemi e ne abbiamo parlato con tanti colleghi. In alcuni c'è la paura che alzare troppo la discussione crei dei problemi per i trapianti normali. Niente di tutto ciò secondo me – se la comunicazione è giusta, seria, nelle sedi opportune e con i toni opportuni, non sussiste questo pericolo», ha detto Lia Quartapelle, segretario della Commissione Affari esteri della Camera. La Quartapelle è convinta che parlare del fenomeno del prelievo forzato d'organi non causi ripercussioni negative nel trend dei trapianti d'organi in Italia.

RESISTENZA PACIFICA

Sedici anni dopo l'inizio della persecuzione, i praticanti del Falun Gong al di fuori della Cina continuano a esporre la verità sulla persecuzione. Veglie a lume di candela, attività pubbliche, sit-in pacifici presso le ambasciate e consolati cinesi e manifestazioni con il supporto di politici sono le attività più comuni per sensibilizzare le coscienze. Anche in Cina i praticanti espongono striscioni e manifesti in pubblico, e parlano con le persone per risvegliare un miliardo e mezzo di persone.

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